La patologia respiratoria più diffusa al mondo al centro dei lavori del Forum Nazionale che si svolge oggi e domani a Roma. Istituzioni e Società scientifiche illustreranno il progetto finalizzato a favorire l’adozione a livello regionale del documento per la “Gestione clinica integrata della BPCO”
Roma, 14 marzo 2012 – Tosse, catarro e difficoltà respiratorie, diurne e notturne, sono sintomi frequenti ma spesso sottovalutati perché ritenuti, in maniera erronea, una “normale” conseguenza del fumo di tabacco, dell’invecchiamento o delle basse temperature. Si tratta in realtà di segnali legati alla possibile presenza di una delle patologie più subdole e diffuse a livello mondiale: la BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Anche con le ricerche epidemiologiche meno penetranti, in Italia risultano non meno di 2,5 milioni di persone affette da questo disturbo che, per dimensioni, rappresenta la quarta causa di morte del nostro Paese, a conferma di un fenomeno globale che colloca le disfunzioni respiratorie al secondo posto come causa di morte.
Una patologia subdola che sta assumendo sempre di più gli aspetti di una vera e propria epidemia, come suggeriscono numerosi studi che ne disegnano anche un potenziale ulteriore incremento, a causa di fattori sociali quali l’innalzamento dell’età media e l’aumento del numero di fumatori: sulla base delle più recenti stime, infatti, senza l’elaborazione di una pronta strategia d’intervento in grado di coordinare l’operato di tutti gli attori coinvolti ogni giorno nella gestione di questa patologia, sarà sempre più difficile arginarla.
Con l’obiettivo di delineare e diffondere una modalità assistenziale innovativa per il trattamento della BPCO, basata sulla collaborazione e sull’interazione tra le figure professionali impegnate nella cura dei pazienti, le principali società scientifiche attive nell’area delle patologie respiratorie, si presentano unite a Roma, il 14 e il 15 marzo, nel corso del Forum Nazionale dedicato a “La Gestione Clinica Integrata della BPCO”. Nel corso di questa iniziativa i rappresentanti di AIPO, Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri e SIMeR, Società Italiana di Medicina Respiratoria - associati nella UIP (Unione Italiana per la Pneumologia) - e AIMAR, Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie, in collaborazione con la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), illustrano ai propri delegati regionali il primo documento ufficiale che favorisce una tempestiva presa in carico del paziente e definisce un adeguato percorso diagnostico-terapeutico.
L’iniziativa è stata realizzata con l’endorsement del Ministero della Salute e dell’Age.Na.S. (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) e costituisce la fase iniziale di un vasto progetto che intende diffondere in modo capillare su tutto il territorio nazionale un valido modello per affrontare la BPCO, facilitando l’adozione delle procedure tracciate nel documento da parte dei medici di medicina generale e degli specialisti delle patologie respiratorie.
“Le ultime ricerche condotte nel campo delle patologie respiratorie hanno evidenziato dati epidemiologici molto allarmanti, che disegnano uno scenario davvero preoccupante per quanto riguarda la diffusione e le conseguenze della BPCO in Italia”, dichiara il Prof. Bruno Rusticali, Coordinatore Scientifico delle Linee Guida dell’Age.Na.S. “Un quadro generale caratterizzato non solo da numeri non del tutto chiari, in considerazione dei numerosi casi “sommersi”, non individuati per la insufficiente diffusione e utilizzazione di corrette procedure di diagnosi, ma anche da aspetti sociali quali il costante invecchiamento della popolazione italiana che obbliga ad un elevato impegno da parte delle Istituzioni e delle Società Scientifiche nell’individuare soluzioni efficaci per risolvere questa grande emergenza sanitaria. L’iniziativa di oggi – conclude Rusticali - rappresenta in questo senso, tra l’altro, un esempio positivo e incoraggiante in termini di volontà di collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti, a livello nazionale e locale”.
La rapida diffusione di quest’epidemia comporta inoltre dannose ricadute economiche per il Servizio Sanitario Nazionale che possono essere tenute sotto controllo solo tramite la definizione di un percorso diagnostico-terapeutico integrato, un modello assistenziale in grado di partire dalla diagnosi effettuata dal medico di famiglia - primo passo fondamentale per individuare le reali condizioni del paziente – per poi giungere al coinvolgimento diretto degli pneumologi.
“Le caratteristiche della domanda ed un’analisi dell’attuale offerta e dei costi legati alla BPCO, evidenziano la necessità di disegnare percorsi che al proprio interno comprendano il contrasto ai fattori di rischio, la diagnosi precoce e un sistema di cure finalizzato a prevenire/ritardare le complicanze”, sostiene la Dott.ssa Paola Pisanti, Direzione Generale, Programmazione sanitaria, livelli di assistenza e principi etici di sistema del Ministero della Salute. “Partendo dall’analisi del problema sanitario e tramite la conoscenza del bisogno assistenziale, si dovrebbe arrivare a definire forme assistenziali alternative a quelle tradizionali di tipo ospedaliero, che portino da una parte ad un miglioramento della qualità della vita e dall’altra ad una riduzione dei costi sanitari. Diventa quindi fondamentale l’integrazione tra ospedale e servizi territoriali con l’obiettivo di migliorare i servizi offerti e di inserire il paziente in un percorso di continuità assistenziale”.
“Per garantire un miglioramento della qualità di vita alle persone che soffrono di BPCO, è necessario diffondere nel modo più efficace possibile una cultura della diagnosi preventiva, ad oggi non ancora consolidata, soprattutto presso l’opinione pubblica”, afferma il Dott. Claudio F. Donner, Presidente dell’AIMAR. “E’ fondamentale che le persone affette da disturbi quali tosse e dispnea da sforzo, in particolare se fumatori o ex fumatori, si rivolgano tempestivamente al proprio medico di fiducia il quale si farà carico degli accertamenti clinico-anamnestici e strumentali (spirometria) e indirizzerà il paziente a uno specialista in pneumologia qualora ritenga opportuna una conferma diagnostica o un supporto clinico-gestionale”.
“Il testo che oggi viene condiviso con i rappresentanti regionali delle principali società scientifiche italiane – spiega il Dott. Claudio Cricelli, Presidente della SIMG – prevede un forte coinvolgimento dei medici di medicina generale a livello territoriale, necessario per attuare un sistema terapeutico integrato e favorire una maggiore conoscenza del problema in tutte le aree del Paese”.
“Una delle principali problematiche legate alla patologia è il ritardo con cui viene diagnosticata, anche a causa di una valutazione superficiale dei sintomi che la caratterizzano”, sostiene il Dott. Andrea Rossi, Presidente dell’AIPO. “Sintomi che tendono ad aggravarsi nel tempo, proprio perché sottovalutati e non curati in maniera adeguata, comportando complicanze ancor più gravi per coloro che, per età avanzata o a abitudine al fumo, risultano più esposti”.
“La preoccupante crescita e diffusione della BPCO deve essere arginata in maniera urgente”, afferma il Prof. Giuseppe Di Maria, Presidente della SIMeR. “Si tratta di un fenomeno che non deve essere semplicemente controllato, bensì gestito facendo ricorso a tutte le risorse disponibili. Il documento presentato nel giugno scorso in Senato costituisce un esempio di come tutte le componenti scientifiche e istituzionali credano fermamente in un modello condiviso sulla gestione integrata della patologia. Ciò che intendiamo fare oggi è dare seguito al progetto, coinvolgendo in maniera concreta chi opera ogni giorno a stretto contatto con la popolazione”.
“La realizzazione del Forum Nazionale di Roma è motivo di grande soddisfazione per tutti coloro che sono impegnati da oltre due anni nello sviluppo di un progetto che non ha precedenti nel nostro Paese per quanto riguarda la BPCO - sostiene il Dott. Franco Falcone, Past President dell’AIPO – e che ci permette di dare avvio alla sua seconda e più importante fase. Per ottenere i risultati ambiziosi che le Società scientifiche si sono date e che sono contenuti nel documento “La Gestione Clinica Integrata della BPCO” si deve passare dal piano nazionale, documentale e progettuale, all’implementazione nei contesti regionali delle direttive di comportamento assistenziale individuate dal documento, rendendo concreto quanto già disegnato e pianificato in termini di operatività”.
Con il Forum Nazionale di Roma viene, dunque, aggiunto un ulteriore importante tassello al percorso tracciato nei mesi passati e avviato con la presentazione del progetto tenutasi presso il Senato della Repubblica nel giugno del 2011. Un percorso tramite il quale tutte le realtà coinvolte avranno la preziosa opportunità di confermare come l’Italia sia uno dei Paesi più attenti e sensibili alla definizione di modelli efficaci in ambito sanitario, basati sulle alleanze e sulla forza propulsiva che queste ultime sono in grado di produrre.
Fonte: La Gestione Clinica Integrata della BPCO
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