Nel settore dell’arredamento, il territorio veneto è riconosciuto a livello nazionale come la culla del mobile in legno, apprezzato in tutta Europa fin dal Settecento; a dimostrazione dell’interesse internazionale per il mobile d’autore veneto, è il fatto che in corrispondenza della decadenza della repubblica veneta, quasi tutta la produzione di mobili del periodo venne rivenduta ad acquirenti europei.

Una caratteristica dell’ arredo completo veneziano è quella di non essersi mai vincolato ad uno “stile di corte” poiché a Venezia mancava una corte vera e propria ed infatti il Doge e gli altri nobili facevano portare i loro mobili nel Palazzo Ducale e negli altri edifici pubblici nel momento in cui venivano eletti, anche se rimane pur vero che i grandi monasteri del veneto (vedi Santa Giustina a Padova, i Frari e San Giorgio a Venezia), le grandi cattedrali (Treviso, Verona) e più tardi i seminari, svilupparono ciascuno uno stile personalizzato.

La città con la tradizione di mobili più antica è certamente Padova: nella residenza del Petrarca ad Arquà si trovano alcuni fra i più antichi mobili veneti mai realizzati, contemporanei ad un armadio da sacrestia, tuttora conservato nella Cappella degli Scrovegni, e risalente alla seconda metà del 1300; la seconda metà del Quattrocento ha visto poi una ripresa nella produzione del mobile, causata da un incremento dei commerci con l’Oriente e dal soggiorno di alcuni artisti fiorentini in territorio veneto, come Paolo Uccello e Donatello, che diffusero il gusto rinascimentale nella provincia padovana e da li, nelle zone circostanti.

Iniziò quindi a diffondersi, dapprima prettamente nei mobili per gli edifici religiosi, il gusto per l’intarsio, l’intaglio e gli stili estetici di gran prestigio, che si trasferiscono poi anche ai mobili prettamente domestici per gli arredamenti Vicenza, Padova, Venezia e Treviso; le cronache dell’epoca dicono che a Venezia “Non è persona così miserevole che non abbia casse e lettiere di noce”.

Il Seicento infatti fu il secolo del grande successo e del riconoscimento delle creazioni di arredo venete anche al di fuori dei confini regionali e delle ordinazioni da parte della ricca borghesia e dei nobili italiani ma anche europei: i duchi di Mantova ad esempio richiesero al loro ambasciatore di reperire mobili tassativamente made in Venezia per il loro palazzo. Anche la crescente importanza della figura femminile, spinse l’industria del mobile veneto a progettare e realizzare dei mobili espressamente dedicati al mondo femminile, nonché accessori bagno, mobili da toilette, piccoli scrittoi ecc..; la caduta della Repubblica Veneta ha delle ripercussioni poi anche sull’industria del mobile e sulle corporazioni.

Il Novecento in veneto è caratterizzato dal nuovo modo di produrre mobili, ossia quello industriale: i laboratori industriali sono spesso medio - piccoli, e ciò permette agli artigiani della vecchia scuola di riprendere la produzioni dell’eccellenze del mobile veneto.



Articolo a cura di Serena Rigato

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