Crescita del 20% e un giro d’affari da 8 miliardi di euro. Presentati oggi i numeri sul commercio elettronico in Italia all'e-Commerce Forum di Milano, il più autorevole appuntamento dell’anno promosso da Netcomm, consorzio del commercio elettronico italiano. Roberto Liscia, presidente Netcomm: «Non ci aspettavamo risultati del genere. La recessione vale per tutti, colpisce il potere di acquisto delle persone. E invece per l'online sembra essere accaduto il contrario. In un anno un milione di italiani si sono aggiunti a quelli che già frequentavano i negozi della Rete, superando i 10 milioni di acquirenti»
L'esplosione è fragorosa. Lo sarebbe stata comunque, ma di questi tempi lo è ancor di più. Il commercio elettronico in Italia ha fatto un salto in avanti nel 2011 di quasi il 20 per cento. E, come se non bastasse, ha una prospettiva nel 2012 di un altro balzo del 18 per cento. Numeri fantascientifici che oggi vengono presentati all'e-Commerce Forum di Milano.
Si tratta ormai di un giro d'affari da otto miliardi di euro, diventeranno nove e mezzo entro dicembre, con un picco di acquirenti che a marzo ha superato per la prima volta il tetto dei dieci milioni di persone.«Non ci aspettavamo risultati del genere, sul serio», spiega Roberto Liscia, a capo di Netcomm, il consorzio che rappresenta tutte le aziende del settore in Italia, da Amazon a Yoox. «La recessione vale per tutti, colpisce il potere di acquisto delle persone», continua Liscia. «E invece per l'online sembra essere accaduto il contrario. Perché gli acquisti si sono spostati dal punto vendita al web con alcune dinamiche molto chiare».
Cominciando dall'abbigliamento, che viaggia a vele spiegate con un più 30 per cento. Ma se le vendite private di capi firmati con forti sconti sono stato il vero fenomeno fra il 2010 e il 2011, quello del 2011 a 2012 è invece la vendita di coupon e sconti a numero chiuso alla Groupon. O almeno è questo che sostengono a Netcomm. Attraverso questo sistema sono stati venduti 250 milioni di euro di servizi nel 2011. È’ un fenomeno che ha permesso a piccoli e piccolissimi esercenti di essere sul web e di raggiungere cinque milioni di italiani, molti dei quali non compravano su Internet. Una sorta di alfabetizzazione digitale in due direzioni. A questo va aggiunta la crescita vertiginosa di tutto il resto: il turismo e l'abbigliamento ma anche le assicurazioni e la tecnologia. Si compra ovunque, al nord come al sud. Un po' meno nelle isole, che abbassano la media nazionale. Comprano un po' tutti, anche se le donne sono in leggera minoranza. Chi ha meno di 44 anni rappresenta quasi il 70 per cento. Eppure anche gli ultracinquantenni iniziano ad avere un loro peso e hanno superato il 13 per cento su totale degli acquirenti online. In genere chi acquista sul web ha un buon livello di istruzione, una carta di credito, ovviamente possiede un computer o il tablet. Di sicuro ha uno smartphone, attraverso il quale sempre più persone spendono e spandono su Internet. E a quanto pare felicemente.
Secondo l'ultima indagine del ContactLab, presentata all'e-Commerce Forum, il 78 per cento delle persone che hanno acquistato su Internet sostiene che online si compra meglio, più facilmente, a meno. Dunque ci torna volentieri.
«Ed è per questo che in un anno un milioni di italiani si sono aggiunti a quelli che già frequentavano i negozi della Rete, superando la soglia di 10 milioni di acquirenti complessivi», conclude Liscia. L'ultima sorpresa?
Che per la prima volta in tre anni sono anche aumentati i prezzi oltre che la quantità di oggetti venduti. In poche parole sul web non si combatte più solo con i sottocosto o le offerte last minute. Certo, siamo ancora lontani dalla media europea, anni luce indietro rispetto agli Stati Uniti. Ma ormai è solo una questione di tempo.
Per saperne di più www.consorzionetcomm.it www.osservatori.net
«Ed è per questo che in un anno un milioni di italiani si sono aggiunti a quelli che già frequentavano i negozi della Rete, superando la soglia di 10 milioni di acquirenti complessivi», conclude Liscia. L'ultima sorpresa?
Che per la prima volta in tre anni sono anche aumentati i prezzi oltre che la quantità di oggetti venduti. In poche parole sul web non si combatte più solo con i sottocosto o le offerte last minute. Certo, siamo ancora lontani dalla media europea, anni luce indietro rispetto agli Stati Uniti. Ma ormai è solo una questione di tempo.
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Fonte: La Repubblica
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