La calvizie definisce la carenza, completa o ridotta, dei capelli. Per esaminare il livello della calvizie possiamo fare fede a diverse scale; le più importanti quella di Hamilton e la scala Norwood. Se le persone ottengono come risultato il il primo livello della scala Hamilton non soffrono di calvizie. L’alopecia androgenetica si rivela con il diradamento della parte fronto-occipitale dei capelli dovuta all’assottigliamento del fusto. Può colpire tutti, uomini e donne e in qualsiasi fase della vita.
Quando inizia il diradamento, lento o celere, si manifesta diversamente su uomo e donna: nel primo si nota sulla zona fronto temporale, nella seconda omogeneamente su tutta la parte superire del capo. Per l’esatta diagnosi della patologia è necessario sottoporsi allo stress test in cui viene valutata la caduta indotta dal tiraggio, il tricogramma e differenti test di laboratorio.
Sul mercato sono presenti alcuni farmaci che permettono di decelerare, frenare e nei soggetti buoni risponditori proprio stravolgere il processo di perdita dei capelli causato dalla alopecia androgenetica.
Secondo alcuni studi di settore pare che nelle donne l'assunzione sottocutanea di testosterone incrementa la crescita dei capelli. Se non vogliamo ricorrere, o non otteniamo risultati dalla terapia medica possiamo provare quella chirurgica, cioè l'autotrapianto di capelli. Questa soluzione dona quasi sempre ottimi risultati in quanto vengono usati capelli della regione parietale ed occipitale, non soggetti a miniaturizzazione poiché resistenti all'azione degli ormoni androgeni. L’operazione consiste nell’estrazione di una striscia di follicoli, che viene  poi impiantata nella zona soggetta a calvizie.

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