Abbiamo parlato a fondo del mondo della magia e delle tanti arti che possono essere ricomprese al suo interno, come la chiromanzia o la lettura dei tarocchi. Oggi vogliamo parlare di una particolarissima forma di divinazione, probabilmente non molto conosciuta; la bibliomanzia. Si tratta, come detto, di una forma di divinazione abbastanza semplice che quasi tutti possono praticare, in quanto si basa essenzialmente sull’istinto della persona, su di un testo sacro o comunque su un libro che vi sia particolarmente caro e su una serie di domande che non dovete fare altro che porvi mentalmente.
Una volta stabilito cosa chiedere, si procede semplicemente ad aprire il libro sacro e a leggere le prime righe di questo testo, righe nelle quali si dovrebbe trovare la risposta a tutte le domande che ci si รจ posti.
Il procedimento appena descritto รจ diciamo il metodo di base, sebbene esistano dei meccanismi alternativi che consentono di praticare questo particolare metodo di divinazione.
Un altro metodo abbastanza semplice consiste nel tenere gli occhi chiusi e di indicare con le mani un punto preciso della pagina; la frase che viene cosรฌ indicata viene considerata come una risposta alla domanda che sempre mentalmente ci si รจ posti.
Le origini della bibliomanzia, considerata da molti come un’arte divinatoria abbastanza bizzarra, sono piuttosto antiche e risalgono probabilmente alla civiltร  greca, cultura nella quale si era soliti utilizzare i testi di Omero, Esiodo ed Eraclito come mezzi divinatori. Nei secoli successivi la bibliomanzia venne utilizzata e praticata anche dai romani, i quali erano perรฒ soliti fare appello ai testi sacri dell’Eneide di Virgilio, mentre in seguito all’avvento del Cristianesimo cominciรฒ ad essere utilizzata la Bibbia.
Essendo un metodo di divinazione, anche la bibliomanzia non fu ben vista dalla chiesa e dai vescovi i quali ne proibirono l’utilizzo sia per rispettare la sacralitร  della Bibbia sia per la diffidenza che allora si nutriva nei confronti di pratiche di questo tipo.
Tuttavia la condanna della chiesa non fu mai cosรฌ forte, al punto che lo stesso Sant’Agostino era solito praticarlo, cosรฌ anche in seguito al riverbero della condanna da parte del Concilio di Orleans la bibliomanzia continuรฒ ad essere praticata anche nel settimo secolo, sino alla condanna esplicita da parte dei membri del clero. 

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