La radice di liquirizia, tutto sommato una semplice radice di una pianta selvatica e infestante che imperava nei terreni delle campagne, quasi a non volerli “abbandonare“ quando era il momento di metterli a coltura: è questo il ricordo più o meno piacevole che ne ha chi ha vissuto e/o vive in Calabria, dato che la migliore qualità, come sostiene anche l’Enciclopedia Britannica, “is made in Calabria”. Eppure nasconde una infinità di proprietà inimmaginabili, al punto che ha ottenuto il riconoscimento di pianta medicinale del 2012; chiaramente i veri intenditori, per approvvigionarsi, cercano l'optimum del prodotto, ricorrendo a portali di prodotti tipici calabresi.
Sembra infatti strano, ma anche una banale radice va trattata a dovere…..proprio come si suol fare in Calabria: infatti, vengono estratte secondo un antico rituale in autunno, quando la vegetazione sta per "addormentarsi", da piante di almeno 3 anni. “Sanificate” ed eliminate le radichette laterali, tagliate a tozzetti di 10/15 cm. vengono essicate, all’ombra o in ambiente riscaldato comunque non superiore ai 40°, conservandola poi in sacchetti o in vetro, evitando ogni minaccia di umidità vista la natura igroscopica del prodotto.
Gli effetti benefici che la radice di liquirizia può regalare sono infiniti, dato che vanno ben oltre il suo arcinoto e scontato uso (in quanto prodotto lavorato) dolciario: come sedativo della tosse ed espettorante (specialmente in preparazioni destinate ai bambini) ad esempio; o come antispasmodico e coadiuvante dei processi digestivi, in particolare per bruciori di stomaco e gastriti; ancora come terapia dell’ulcera, contenendo acido glicirretico notoriamente adatto per tali patologie; masticata poi è un deciso emolliente antinfiammatorio della bocca e delle gengive, calma le irritazioni della gola dei fumatori, schiarisce la voce e migliora decisamente l’alito; uno studio pubblicato sul Journal of Natural Products sostiene che “…per la salute di denti e gengive non è necessario spendere soldi per dentifrici iperpubblicizzati…è sufficiente consumare radice di liquirizia”; molti ex fumatori, o quelli che sono in rapporto amore/odio con le beneamate bionde, fanno fronte alle crisi di astinenza “ciucciando” uno stecco di radice di liquirizia.
Ancora, sembra che la radice di liquirizia sia consigliata come coadiuvante nel trattamento del diabete di tipo 2 per le amorfrutins in essa contenuta: si tratta infatti di un gruppo di sostanze naturali con effetto anti-diabetico; a questa interessante conclusione è giunto uno studio approfondito condotto dai ricercatori del Max Plnck Institut of Molecular Genetics di Berlino. Sicuramente il solo uso di liquirizia non è di per se sufficiente a curare il diabete (la concentrazione è infatti troppo bassa): tuttavia i menzionati studiosi hanno affinato processi di estrazione particolari, per meglio ottenere concentrazioni di amorfrutins.
Sicuramente è il caso di “sfatare (o almeno ridimensionare) la nomea”……che sconsiglia l’uso della liquirizia in caso di ipertensione: il dott. Fabio Firenzuoli del Centro medicina integrativa, Az. Ospedaliera Univ. Careggi di Firenze, sostiene che “…la polvere della radice di liquirizia rispetto all'estratto secco di liquirizia rilascia meno «glicirrizina» (responsabile appunto della pressione arteriosa alta)”.
La radice di liquirizia infine è indicata per preparare in casa del Liquore di liquirizia, secondo la ricetta qui di seguito riportata
Ingredienti: 10 bastoncini di radice di liquirizia, 300 ml di alcool, 200 g di zucchero e 400 ml d’acqua. Mettere le radici di liquirizia in un contenitore, ricoprile con l’alcool e lasciare macerare per 25/30 giorni, trascorsi i quali far bollire l’acqua con lo zucchero e, una volta che quest’ultimo si sarà sciolto, spegnere il fornello e lasciar raffreddare. Unire l’alcool filtrato, mescolare e lasciar riposare per circa 1 ora, dopodiché procedere al relativo imbottigliamento.
Come si può ben capire, dunque, la liquirizia non è solo caramelle......anzi è molto di più!!!
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