Solo lo strallo analizzato a Zurigo era in cattive condizioni, gli altri no: il Consulente Tecnico di Autostrade per l'Italia Giuseppe Mancini fa chiarezza in merito alle anticipazioni sulle analisi dei reperti inviati a Zurigo.
Autostrade per l'Italia: le precisazioni del Consulente Tecnico Giuseppe Mancini
La capacità portante del Ponte Morandi, a Genova, era garantita. Lo sostiene Giuseppe Mancini, Ordinario di Tecnica delle costruzioni e Consulente Tecnico di
Autostrade per l'Italia in merito a quanto anticipato da alcuni organi di stampa circa le condizioni di un generico o generale 'ammaloramento' del Ponte Morandi. Giuseppe Mancini fa chiarezza e in una nota spiega come i reperti inviati dai periti del gip di Genova a Zurigo siano
"solo quelli che presentavano alcuni segni di ossidazione e ammaloramento, a fronte di uno stato complessivo del ponte ben differente". Entrando nello specifico, il Consulente Tecnico di
Autostrade per l'Italia ha sottolineato inoltre come dei quattro attacchi degli stralli all'antenna, tre fossero in condizioni molto buone:
"Solo uno (il reperto 132 inviato a Zurigo) presentava segni di ossidazione non visibili dall'esterno".
Autostrade per l'Italia: Giuseppe Mancini scagiona i tiranti
Nella nota Giuseppe Mancini precisa inoltre che le prove effettuate a Zurigo e le classificazioni sommarie non sono ancora terminate e sono state effettuate solo visivamente.
"Lasciano dedurre che, anche tenendo conto dell'ossidazione evidenziata dopo il crollo, la capacità portante fosse comunque garantita" aggiunge il Consulente Tecnico di
Autostrade per l'Italia: ciò è confermato
"dal fatto che un'eventuale perdita di capacità portante degli stralli associata alla progressiva rottura dei cavi avrebbe nel tempo determinato allungamenti degli stralli con un conseguente importante quadro fessurativo, non verificatosi prima del crollo". Il Consulente di
Autostrade per l'Italia, Giuseppe Mancini ribadisce quindi quanto già affermato in diverse occasioni: la causa scatenante del crollo non è dovuta al cedimento della testa dello strallo, il cosiddetto reperto 132. Il Professore ha espresso le sue posizioni anche in una lettera pubblicata da "la Repubblica" lo scorso 15 dicembre.