Obiettivi e linee strategiche del Piano 2019-2022 di Eni: nell'illustrarne i dettagli, l'AD Claudio Descalzi parla dell'impegno del gruppo per la transizione energetica.
Il futuro di Eni sempre più green: l'AD Claudio Descalzi presenta il Piano 2019-2022
"Siamo fortemente impegnati a lavorare per un futuro a basse emissioni e oggi stiamo fissando un nuovo obiettivo, vale a dire raggiungere la neutralità carbonica nel settore upstream entro il 2030": la decarbonizzazione continuerà ad essere la priorità strategica di Eni anche nei prossimi anni, come ha sottolineato l'AD
Claudio Descalzi lo scorso 15 marzo presentando la Strategy 2019-2022. Il gruppo prevede di realizzare progetti di economia circolare pari a circa un miliardo di euro entro il 2022 e di completarne 60 tra brownfield e greenfield per un totale di oltre 1,6 GW di capacità rinnovabile entro il 2022, investendo €1,4 miliardi (fino a 5 GW entro il 2025). In futuro Eni, come ha indicato l'AD,
"è intenzionata ad aumentare l'esposizione nel settore dello stoccaggio di energia. Inoltre espanderemo ulteriormente il 'Progetto Italia', che prevede la conversione delle aree industriali bonificate in aree per la produzione di energia da fonti rinnovabili".
Claudio Descalzi ha poi spiegato che per eliminare le emissioni nette dell'upstream entro il 2030, Eni aumenterà
"l'efficienza operativa, riducendo quindi al minimo le emissioni dirette di CO2 del business e compensando le emissioni residuali con vasti progetti di forestazione".
Claudio Descalzi: la nuova Eni fondata su efficienza, integrazione e nuove tecnologie
Nel presentare il Piano 2019-2022, l'AD
Claudio Descalzi ha evidenziato come negli ultimi cinque anni
"abbiamo costruito una nuova Eni fondata sull'efficienza, l'integrazione e l'impiego di nuove tecnologie". Ed è da qui che si riparte:
"Rafforzeremo e diversificheremo ulteriormente il nostro portafoglio in bacini a basso costo ma ad alto potenziale, continueremo a perseguire ulteriori opportunità lungo la catena del valore, e cresceremo nelle rinnovabili e nei biocarburanti facendo di Eni una società più profittevole". Grazie alla grande quantità di nuovi permessi in bacini ad alto potenziale, il gruppo punta a realizzare nei prossimi quattro anni 2,5 miliardi di barili di nuove risorse perforando 140 pozzi esplorativi.
"Ci aspettiamo che i nostri nuovi progetti di sviluppo raggiungeranno il breakeven a un prezzo del greggio di 25 dollari al barile" ha aggiunto
Claudio Descalzi, che ha poi precisato come la creazione di valore per gli azionisti resti la principale priorità per Eni:
"E per questo abbiamo deciso di annunciare l'aumento del dividendo 2019 del 3,6% a 0,86 euro per azione, in linea con la nostra politica di remunerazione progressiva. Inoltre, daremo il via a un programma quadriennale di buyback che prevede, nel 2019, un ammontare di 400 milioni di euro, mentre per i tre anni successivi, assumendo un leverage stabilmente inferiore al 20%, un ammontare annuale di 400 milioni di euro in uno scenario di Brent a 60-65 dollari, oppure 800 milioni di euro con un prezzo del Brent superiore a 65 dollari al barile". Nel piano 2019-2022 sono previsti investimenti per 33 miliardi, di cui 8 miliardi solo nel 2019.