L'emergenza Coronavirus rivela anche la fragilità della rete, oggetto di uno sciacallaggio sempre più preoccupante: le riflessioni di Paola Severino, Vice Presidente e Professore di Cybersecurity dell'Università LUISS Guido Carli, in una lettera al "Corriere della Sera".
La delinquenza web nei giorni del Coronavirus: Paola Severino scrive al "Corriere della Sera"
"Proprio oggi che tutti abbiamo scoperto quanto insostituibile sia Internet, rileviamo anche quanto la Rete sia pericolosamente fragile e penetrabile da malintenzionati": in una lettera al "Corriere della Sera",
Paola Severino invita a riflettere su un fenomeno
"invasivo e preoccupante", molto difficile da contrastare perché
"non ha confini e non è delimitabile con l'isolamento". Lo sciacallaggio informatico
"è sempre stato un fenomeno legato a periodi di crisi e a momenti tragici della storia delle nazioni" ma oggi, in giorni in cui la rete è diventata quasi insostituibile, necessaria per portare avanti attività formative e professionali, ne rivela la fragilità. Nella sua analisi
Paola Severino si interroga anche su chi possa trarre vantaggio nel diffondere in tutto il mondo e in tempi brevissimi questa forma di cybervirus particolarmente aggressiva:
"Senza voler pensare a implicazioni fantascientifiche, di interferenze volte a fornire false informazioni al complesso apparato istituzionale che sta governando la crisi, la motivazione più probabile e più ovvia è quella di un interesse economico". La captazione dei dati rappresenta infatti
"una forma di arricchimento illecito e veloce, facilmente monetizzabile con la rivendita degli stessi a chi li userà nel mercato".
Paola Severino: misure per arginare il fenomeno dello sciacallaggio informatico
Esiste dunque una scienza informatica funzionale a combattere un fenomeno così invasivo?
Paola Severino riprende in merito gli ultimi dati disponibili, relativi a un report del 2019
"che evidenzia un aumento di cyberattacks del +77,8% nel quinquennio 2014-2018 e del 37,7% nel solo biennio 2017-2018, precisando poi che l'aumento più rilevante, sempre in tale biennio, ha riguardato il mondo sanitario ed è stato orientato prevalentemente al furto di dati personali". La Vice Presidente dell'Università LUISS Guido Carli suggerisce quindi a un primo livello l'eliminazione di spam e mail con indirizzi sospetti e l'attivazione di mezzi di autotutela:
"Se vogliamo poi passare ai rimedi strutturali, riservati agli addetti ai lavori, dovremmo incentivare percorsi professionali destinati a costruire esperti della cybersecurity che sappiano fare della multidisciplinarità il segreto del loro innovativo sapere". E
Paola Severino conclude sottolineando come eventi drammatici come quello del Coronavirus se da un lato forniscono l'opportunità per il diffondersi di comportamenti di sciacallaggio informatico, dall'altro
"rappresentano l'occasione per diffondere tra il maggior numero di persone la consapevolezza della gravità del fenomeno e per accrescere l'impegno a tenere il passo rispetto alla velocità e alle capacità tecniche della delinquenza informatica".