Reuters intervista l'AD di Eni Claudio Descalzi: "Nei prossimi tre anni voglio tracciare un cammino completamente irreversibile per il gruppo verso la transizione energetica"
Claudio Descalzi, AD Eni

L'AD Claudio Descalzi disegna il futuro di Eni in un'intervista a Reuters

Trasformare Eni in un'azienda più ecologica, concentrandosi su prodotti a bassa emissione per creare un vasto bacino di clienti che stabilizzi il business e attragga investitori: è l'obiettivo che si è dato l'AD Claudio Descalzi, come rivela in un'intervista a Reuters. "Una società più snella e flessibile che possa cambiare molto rapidamente per soddisfare le condizioni di mercato ma con una chiara visione di lungo periodo" spiega l'AD sottolineando inoltre come Eni debba svolgere un ruolo primario nella transizione energetica "che ha subìto un'accelerazione dopo l'emergenza Coronavirus". Nei prossimi tre anni dunque "voglio tracciare un cammino completamente irreversibile per il gruppo" e in questa prospettiva "dobbiamo fornire diversi tipi di prodotti energetici ai nostri clienti". Claudio Descalzi ricorda inoltre come lo scorso febbraio Eni si sia impegnata a "ridurre dell'80% le emissioni di gas serra in una delle più ambiziose spinte verso la transizione energetica in un settore sotto pressione degli investitori affinché diventi più verde". La direzione è tracciata: "Per fare ciò avrà meno petrolio e più gas nel portafoglio, costruirà capacità rinnovabile, convertirà le raffinerie in biocarburanti e intensificherà i progetti di silvicoltura e cattura di carbonio". In questo scenario anche Eni deve fare i conti con l'emergenza sanitaria e gli effetti socio-economici: "L'impatto del Covid-19 sarà con noi per un anno o due ed è per questo che abbiamo lavorato molto velocemente sulla nostra nuova riorganizzazione".

Claudio Descalzi: per Eni il cammino verso la transizione energetica diventerà completamente irreversibile

"Eni ha diviso in due il business, creando una divisione per concentrarsi sull'energia pulita" sottolinea a Reuters l'AD Claudio Descalzi spiegando come il piano arrivi in un momento in cui il settore petrolifero e del gas è davanti a un crollo della domanda in seguito all'epidemia di Coronavirus e all'incertezza sul lungo termine: sullo sfondo la mobilitazione dei governi contro i cambiamenti climatici. Secondo l'AD allontanarsi dal petrolio non rischierebbe di minare i rendimenti poiché "le nuove imprese 'Energy Evolution' sono a minore intensità di capitale e meno rischiose con circa l'80% della nuova energia nei paesi Ocse". Eni punta a introdurre nuove materie prime per alimentare bio-raffinerie e centrali elettriche tra cui biogas, grassi animali e rifiuti inorganici, nel tentativo di sviluppare i prodotti puliti che aumenteranno il pool di clienti da 9 milioni a oltre 20 milioni entro il 2050: "Stiamo ottenendo rendimenti del 15% sulle nostre bio-raffinerie e questo aumenterà ulteriormente quando toglieremo l'olio di palma entro la fine del 2022". Quindi, conclude Claudio Descalzi, "possiamo confrontare i rendimenti con le attività a monte solo con un rischio inferiore".
 
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