Quando si verificano degli screzi, tra datore di lavoro e dipendenti, occorre sapere che esistono delle specifiche norme che tutelano quelli che sono i diritti riconosciuti del lavoratore. Questi diritti sono stati conquistati con lotte sindacali, tensioni e confronti di diversa natura, fino ad arrivare a una legge particolare: Legge n. 300 del 20 Maggio 1970, conosciuta come Statuto dei Lavoratori.

Come è strutturato lo Statuto dei Lavoratori


Il corpo di norme contenute in questo Statuto, sono il fondamento del diritto del lavoro in Italia, a cui si fa riferimento per regolare i rapporti tra lavoratori, le imprese e i diritti sindacali. È stato in parte modificato e integrato nei decenni successivi alla sua nascita.
È formato da sei titoli, suddivisi ciascuno in articoli che trattano una specifica normativa:


  • Titolo I (artt. 1 - 13). Questi articoli trattano i diritti e i doveri che garantiscono la libertà e la dignità dei lavoratori. Regolano la libertà di opinione; le possibilità di controllo, potere disciplinare, mansioni e trasferimenti.
  • Titolo II (artt. 14 - 18). Riguarda la libertà sindacale; di poter costituire e aderire ad associazioni sindacali; vieta gli atti discriminatori e la formazione di sindacati di comodo; garanzie del posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
  • Titolo III (artt. 19 - 27). Tratta le prerogative dell'attività sindacale. Ne riconosce il potere operativo nell'ambito giuridico dell'imprenditore (assemblee, affissioni, permessi), la costituzione di rappresentanze sindacali, e le differenti forme di manifestazione.
  • Titolo IV (artt. 28 - 32). Tratta ciò che promuove l'attività sindacale. Permessi dei dirigenti (nazionali e provinciali), aspettative per i lavoratori che sono chiamati a ricoprire specifiche cariche, durante il mandato sindacale, e repressione dei comportamenti antisindacali.
  • Titolo V (artt. 33 - 34). Riguarda le norme sul collocamento.
  • Titolo VI (artt. 35 - 41). Campi applicativi dello Statuto. Obblighi, applicazioni, disposizioni penali, ammende, abrogazioni ed esenzioni fiscali.

L'avvocato dei lavoratori


Per poter tutelare i propri diritti di lavoratore, occorre rivolgersi alla legge, in particolare a un avvocato che tratti specificatamente questa branca: in gergo chiamato il giuslavorista.
È un professionista specializzato nel diritto sul lavoro, con un'esperienza specifica sulla materia, che si aggiorna regolarmente dato che le leggi si evolvono di continuo.

Interviene nelle controversie tra dipendenti, ex dipendenti e datore di lavoro, interviene generalmente in caso di:

  • licenziamenti singoli e collettivi
  • trasferimento di azienda
  • contratti di lavoro
  • sicurezza sul lavoro e prevenzione infortuni
  • lavoro autonomo e rapporti di agenzia
  • appalti
  • procedimenti disciplinari e provvedimenti disciplinari contestati
  • dimissioni per giusta causa
  • demansionamento e mobbing
  • infortuni sul lavoro
  • lavoro in nero
  • crediti da lavoro

Le possibilità di legge

Il giuslavorista da scegliere deve essere della zona d'interesse. Se un lavoratore della Capitale dovesse avere una controversia con il proprio datore di lavoro, deve rivolgersi a un avvocato diritto del lavoro a Roma, non certo in Trentino. A questo punto, prima di ricorrere a misure più drastiche (tribunale), consiglierà la via stragiudiziale per provare a risolvere i contrasti in tempi brevi e costi contenuti:

  • Conciliazione. Il lavoratore si rivolge alle commissioni presso la Direzione Territoriale del Lavoro, o in sede sindacale per tentare una soluzione veloce ed economica, sia di soldi che di tempo.
  • Arbitrato. Se la conciliazione non funziona, le parti possono rivolgersi, per la decisione, a un terzo soggetto che sia imparziale. Viene usata come alternativa al giudizio in tribunale. L'avvocato del lavoro consiglierà il cliente, assistendolo, nella scelta del rappresentante sindacale.
  • Tribunale. Se le parti non raggiungono un accordo (o il datore di lavoro rifiuta conciliazione e arbitrato), si passa in Tribunale. Si parla del Tribunale ordinario come funzione di Giudice Unico del Lavoro. In primo grado decide un solo giudice (giudice monocratico), in appello invece deciderà la Corte d'Appello (sezione lavoro).

In tutti i casi, il giuslavorista, seguirà il suo cliente consigliandolo e raccogliendo tutti i documenti necessari:

  • lettera di assunzione
  • lettera di licenziamento o di dimissioni
  • buste paga
  • documentazione relativa al rapporto di lavoro

Scegliere il giuslavorista
Un avvocato del diritto del lavoro, valido, deve possedere caratteristiche specifiche:


  • Tenersi sempre aggiornato riguardo le leggi del lavoro
  • Conoscere molto bene la materia
  • Avere una solida esperienza maturata sul campo
  • Seguire tutte le cause, anche le più piccole, con assoluta dedizione


A Roma, un giuslavorista di questo calibro lo si può trovare direttamente su https://www.avvocatolavororoma.it dove qualsiasi problema relativo a licenziamenti, contratti, retribuzioni, trasferimenti, mobbing e altro ancora; sono trattati con ampia professionalità e un'esperienza in questo campo maturata nell'arco di tre decenni.

Assistendo, con successo, i dipendenti d'importanti enti pubblici e delle maggiori realtà industriali italiane.       

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