Comunicati Stampa: Coralbot

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<em>Un progetto innovativo dell'Università scozzese di Heriot-Watt</em><br /><em>I robot ideati in Scozia lavorano in squadra, come le api, e possono scendere oltre i 200 metri di profondità, al contrario dei sub che adesso svolgono questo compito. Grazie a un database in fase di sviluppo, cercano i frammenti di corallo per rimetterli al loro posto nella barriera.</em></div>
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<img alt="" class="alignnone size-full wp-image-1185" data-mce-src="http://www.theenergynews.it/wp-content/uploads/2012/09/PlanetInspired_CoralliARischio.jpg" height="240" src="http://www.theenergynews.it/wp-content/uploads/2012/09/PlanetInspired_CoralliARischio.jpg" style="border: 0px; cursor: default;" title="PlanetInspired_CoralliARischio" width="480" /> </div>
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Negli ultimi 30 anni, le barriere coralline hanno subito un grave declino, tanto da diventare a rischio di scomparsa nell'arco di pochi decenni. Una recente ricerca dell<strong>'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn)</strong> ha rivelato che <em>oggi nei Caraibi meno del 10 % della barriera è ancora viva</em>, contro il 50 % degli anni Settanta.<br />Secondo il <strong>World Resources Institute</strong> di Washington, se non si ridurranno lo sviluppo costiero e l'impatto della pesca che, assieme ai <strong>cambiamenti climatici</strong>, rappresentano le principali cause della distruzione di questi ecosistemi sottomarini, nel 2050 tutti i coralli del mondo saranno in pericolo di estinzione.</div>
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Le conseguenze sarebbero devastanti per i circa 275 milioni di abitanti di villaggi costieri: le barriere coralline sono infatti una importante difesa naturale contro l'erosione, le tempeste e le mareggiate, e il loro contributo annuale all'economia (turismo, protezione delle coste, pesca) vale circa 50 milioni di euro.</div>
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Su questo scenario così cupo ha aperto uno spiraglio la nuova tecnologia messa a punto nei laboratori dell'Università scozzese di <strong>Heriot-Watt</strong>. Gli scienziati si sono ispirati alle api e hanno progettato nuovi robot – i <em><strong>coralbot</strong></em> – <em>in grado di riparare le barriere coralline in pochi giorni</em>. La natura impiega anni. I robot lavorano in squadra, proprio come le api, e possono scendere oltre i 200 metri di profondità, al contrario dei sub che adesso svolgono questo compito. La soluzione è innovativa: <em>gli "sciami" di coralbot saranno progettati per cercare i frammenti di corallo e rimetterli al loro posto nella barriera</em>; ma prima di questo, si dovrà arrivare a sviluppare maggiormente la loro capacità di riconoscimento, con la creazione di un database di centinaia di immagini che, in tempo reale, consentano ai robot di distinguere i frammenti di corallo da altri materiali.</div>
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"Questo progetto esplora una delle più intriganti prodezze della natura: <em>la teoria dello sciame intelligente</em>", spiega David Corne, docente di Matematica della <strong>Heriot-Watt</strong>, "un insieme di semplici individualità collabora per costruire strutture complesse e funzionanti". Nel caso dei <strong>coralbot</strong>, significa che tutti i membri dello "sciame" condividono la stessa conoscenza: quindi, se uno si danneggia, un altro è in grado di sostituirlo.</div>
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La prima missione che vedrà l'impiego del <strong>coralbot</strong> dovrebbe essere effettuata al largo delle coste scozzesi. In queste acque profonde, la minaccia alle barriere coralline è costituita soprattutto dalla pesca a strascico. È dunque un luogo ideale per testare questa nuova tecnologia che potrebbe contribuire a evitare la sparizione dei coralli dai mari: ma questo non può prescindere dalla creazione urgente di regole più stringenti, invocate dalla comunità scientifica, che limitino l'impatto dell'attività umana sugli ecosistemi marini.</div>
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<strong>Fonte:</strong> <a data-mce-href="http://www.planetinspired.info/-/coralli-a-rischio-li-riparano-i-robot-marini" href="http://www.planetinspired.info/-/coralli-a-rischio-li-riparano-i-robot-marini" target="_blank" title="CORALLI A RISCHIO, LI RIPARANO I ROBOT MARINI">Planet Inspired</a></div>
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