Fabrizio Palenzona,
Presidente Aeroporti di Roma, investimenti per oltre 12,1 miliardi di
euro fino al 2044, di cui 2,5 miliardi nei primi 10 anni, con la
creazione al 2020 di 30mila nuovi posti di lavoro, che diventeranno
230mila nel lungo termine, e un impatto sul Pil del Lazio pari a un
+1,7% a breve e a +20% a fine piano. Fiumicino passerà dall'attuale
capacità di 38 milioni di passeggeri a 43 nel 2020 e a 87 nel 2044.
«Siamo
usciti dal piazzale, rulliamo in pista con i motori accesi, metteteci
in condizione di decollare»: è con questa metafora aeronautica,
d'obbligo visto che il padrone di casa era
Aeroporti di Roma,
che Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato della società che
gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, ha concluso la presentazione
dei progetti di sviluppo futuri.
Da domani, come previsto dalla
normativa Ue, l'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, avvierà
sul piano - che ha condiviso - le consultazioni con il Comitato utenti,
ovvero handlers e compagnie.
Davanti a una fitta platea di
stakeholders composta da istituzioni locali, enti e operatori del
trasporto aereo, era stato il presidente Fabrizio Palenzona ad
evidenziare subito i valori in gioco: investimenti per oltre 12,1
miliardi di euro fino al 2044, di cui 2,5 miliardi nei primi 10 anni,
con la creazione al 2020 di 30mila nuovi posti di lavoro, che
diventeranno 230mila nel lungo termine, e un impatto sul Pil del Lazio
pari a un +1,7% a breve e a +20% a fine piano. Fiumicino passerà
dall'attuale capacità di 38 milioni di passeggeri a 43 nel 2020 e a 87
nel 2044, con l'obiettivo di diventare un hub europeo secondario, mentre
il nuovo scalo di Viterbo dovrebbe arrivare a 10 milioni e il City
Airport di Ciampino contrarsi sotto i 3 milioni di viaggiatori.
«Dobbiamo recuperare un gap di dieci anni di inattività: i nostri
azionisti – ha insistito Palenzona – italiani e stranieri, a partire da
Changi Airport di Singapore, vogliono investire. È dal 2007 che non
prendono i dividendi, li lasciano per non peggiorare la situazione:
Fiumicino deve diventare un aeroporto competitivo e di livello come
Madrid, Amsterdam, Monaco e Vienna».
Che
oggi «la qualità, erogata e percepita sia inaccettabile», che lo scalo
sia già congestionato, cioé oltre la soglia critica di 128mila
passeggeri giornalieri, per 40 giorni l'anno, e con due fasce orarie –
dalle 8.00 alle 10.30 e dalle 19.30 alle 21.30 – in cui il sistema di
piste è saturo, è lo stesso Lo Presti a riconoscerlo. «Ma l'adeguamento
delle tariffe, ferme dal Duemila – ha aggiunto l'Ad – è un prerequisito
per lo sviluppo. Parigi e Londra costano, rispettivamente il 55% e l'86%
in più di Roma». Le nuove infrastrutture, interamente finanziate con
investimenti privati, saranno pagate al 50% da ricavi tariffari
originati da clienti esteri.
«La discussione sulle tariffe – ha
spiegato il presidente dell'Enac, Vito Riggio – non si è ancora chiusa.
Noi siamo favorevoli a un ristorno per il mancata adeguamento dal 2001,
ma tocca al Governo decidere. Possibilmente in fretta». Visto che il
contratto di programma che scaturirà dal piano ha bisogno del via libera
dei ministeri dello Sviluppo e delle Infrastrutture e dell'Economia e,
infine, di un Dpcm. «Non siamo ostili all'aumento delle tariffe – ha
precisato anche l'Ad di Alitalia, Rocco Sabelli – ma chiediamo
trasparenza nei conti e che si facciano sì gli investimenti
indispensabili, però spendendo il meno possibile».
Il Masterplan di
Fiumicino prevede nuovi piazzali per gli aeromobili al 2014, un nuovo
molo con pontili e aree di imbarco/transito ad elevato comfort nel 2016,
l'espansione del T1 nel 2018 e la quarta pista nel 2019. Per migliorare
l'accessibilità, in particolare via ferrovia per sviluppare
l'intermodalità, serviranno ulteriori 5 miliardi e mezzo di euro a
carico di Anas, Rfi e Roma Mobilità.
FONTE:
Il Sole 24 Ore.com