Terna, AD Flavio Cattaneo, punta 3 miliardi sulla rete "verde"
Nel mix elettrico italiano le fonti rinnovabili rappresentano una quota
crescente che nel 2010 ha sfiorato il 23 per cento. Per sfruttare nel
modo migliore questo potenziale, la rete elettrica ha però bisogno di
adeguarsi: nata a misura di poche grandi centrali, deve passare al
modello decentrato, ramificandosi sul territorio, riducendo l’impatto
ambientale e guadagnando in efficienza. In questo percorso di riconversione, una spinta verso la modernizzazione è stata data da Terna
con un pacchetto di investimenti che in 10 anni farà risparmiare una
quantità di elettricità equivalente a quella consumata da Bologna.
L’ultimo
di questi progetti è un impianto pilota in Lombardia, un’area in cui si
concentra il 20% del fabbisogno nazionale. Si tratta dell’elettrodotto
Chignolo PoMaleo,
24 chilometri tra Pavia e Lodi in cui si stanno sperimentando
innovazioni tecnologiche con un’attenzione particolare all’aspetto
estetico e funzionale.
Oltre il 70 per cento del nuovo tracciato
sarà realizzato con pali monostelo ad alte prestazioni: l’ingombro al
suolo è 15 volte minore rispetto a quello dei tralicci classici; la
velocità di montaggio più alta; c’è una maggiore sicurezza per i
lavoratori durante i lavori di installazione; l’impatto visivo è ridotto
perché per ogni chilometro di nuova linea più efficiente, 3 chilometri
dei vecchi elettrodotti vengono dismessi.
Entro la fine dell’anno
l’elettrodotto sarà terminato con la valorizzazione di 80 ettari di
territorio (130 campi da calcio), il recupero di 2 mila tonnellate di
materiale (10 volte il peso della statua della Libertà), la riduzione di
150 mila tonnellate di CO2 l’anno. Dal punto di vista economico
l’investimento (250 milioni di euro) assicurerà più di 25 milioni di
euro l’anno di risparmio per il sistema elettrico nazionale, oltre a 400
megawatt.
I tralicci a basso impatto ambientale rappresentano
comunque solo una parte del progetto di massiccia ristrutturazione
mirato a potenziare la rete dando spazio alle rinnovabili su cui Terna
ha scommesso negli ultimi 5 anni 1,3 miliardi di euro (un terzo degli
investimenti complessivi), mentre 1,2 miliardi di opere sono in corso di
realizzazione e mezzo miliardo in fase autorizzazione.
«
Terna,
grazie alla ottimizzazione della gestione dei flussi di energia e alla
forte accelerazione nello sviluppo della rete, ha fatto risparmiare al
sistema elettrico italiano circa 3 miliardi nel periodo 20052010; altri 9
miliardi ne farà risparmiare nei prossimi 1520 anni», ha calcolato
l’amministratore delegato della società, Flavio Cattaneo, che ricorda
anche i nuovi sistemi di accumulo pensati per garantire il pieno
utilizzo delle fonti rinnovabili: «Un investimento importante perché
serve alla stabilità della rete».
L’esigenza nasce dalla necessità
di superare i problemi dovuti all'intermittenza della generazione di
energia da fonti rinnovabili e garantire la migliore utilizzazione
soprattutto dei picchi di elettricità forniti dai grandi impianti
eolici. In sostanza si tratta di trovare la maniera migliore (dal
pompaggio dell’acqua nei bacini di raccolta alla produzione di idrogeno)
per accumulare l’energia prodotta nei momenti in cui l’offerta supera
la domanda.
In questo quadro
Terna ha progettato
la realizzazione di batterie da installare prevalentemente nelle regioni
meridionali (Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia). In realtà, anche
se si parla di batterie, l’oggetto in discussione è molto lontano da
tutto ciò che siamo abituati ad associare a questo termine nella nostra
vita quotidiana. Ognuno di questi accumulatori occupa infatti 6 mila
metri quadrati per un’altezza di 10 metri e l’insieme di quelli previsti
da Terna è in grado di fornire l’energia equivalente a quella di una
centrale da 130 megawatt di potenza. La tecnologia è ancora in fase di
evoluzione: ci sono batterie di questo tipo al litio, al sodio e ai
nitrati.
«Gli investimenti di
Terna vanno nella
direzione giusta, quella di un miglioramento dell’efficienza della rete
per garantire lo sviluppo di un sistema elettrico in cui cresce il peso
di impianti di fonti rinnovabili di taglia medio grande», commenta
Angelo Consoli, presidente del Cetri, il Circolo europeo per la terza
rivoluzione industriale. «In prospettiva però c’è la creazione di un
sistema energetico capillare, basato su milioni di micro punti di
produzione: case, uffici, capannoni, centri commerciali che si dotano di
un piccolo impianto di rinnovabili. E in questo quadro si tratterà non
tanto di migliorare il trasporto dell’energia quanto di incoraggiarne
l’uso locale. E’ la logica del proxy server di Internet: dove è
possibile l’energia va consumata sul posto invece di trasportarla».
Fonte: Repubblica di ANTONIO CIANCIULLO