Il Centro ricerca ‘Rifiuti Zero’ del Comune di Capannori scrive a Lavazza: «riprogettiamo insieme le capsule da caffè Lavazza ‘usa e getta’».

L’interessante  quanto curiosa iniziativa è contenuta in una lettera aperta inviata al noto marchio italiano. I ricercatori capannoresi  dopo vari sopralluoghi alla stazione di Salanetti, dove viene conferito il rifiuto non riciclabi­le  hanno concluso che uno degli scarti prevalenti è costituito proprio dalle capsule da caffe in particolare quelle “gríffate” Lavazza. Capsule che vanno collocate nel contenitore del  residuo poiché realizzate in plastica parzialmente contaminata dalla residua polvere di caffè. Secondo il ‘caso studio’ condotto da Luca Roggi e Màrina Vidakovic del team operativo del Progetto ‘Passi concreti verso Rifiuti Zero’ coordinato da Rossano Ercolini, emerge che ogni anno in Italia si consuma 1 miliardo di capsule da caffè ‘usa getta’ (il 10 % di quante ne vengono consumate nel mondo) e che a Capannori, ipotizzando che rientri nella media nazionale, ogni anno se ne consumano 750 mila, corrispondenti a 9 tonnellate di rifiuto indifferenziato.

Alla luce di questi dati il Centro di Ricerca Rifiuti Zero nella lettera aperta chiede quindi alla Lavazza «di aprire un percorso condiviso per un suo ‘ripensamento’ in grado di superare le criticità attualmente evidenziate dai sopralluoghi». (Tratto da il Tirreno 4 gennaio 2011)

Forse nell’attesa di una soluzione riciclabile, o biodegradabile verso cui alcuni produttori si sono già spinti si può pensare, per coloro che non hanno proprio voglia di utilizzare la buona vecchia moka, o l’ancor più “datata” napoletana, alla soluzione delle cialde per caffè.

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