Se internet è la nuova frontiera del consenso, il successo elettorale del Movimento 5 Stelle dimostra la centralità della reputazione sul web che significa credibilità, ma anche capacità di produrre senso politico. Il dato emerge da uno studio firmato da “Il Comunicatore Italiano” che, monitorando l’intero quadro della politica nazionale degli ultimi sei mesi, ha focalizzato l’attenzione su ben 700.000 discussioni che riguardavano il Movimento.
Movimento 5 stelle Percezione sul Web
Una sorta di radiografia della percezione degli utenti della rete - favorevoli e contrari - attraverso un’analisi qualitativa che ci consegna questo spaccato. C’è un 8,7% convinto che il Movimento sia nuovo, ma che dietro ci siano comunque delle lobby; un 12,3% dubbioso per l’eccesso di leaderismo; un 21,3% che ne sottolinea l’auto-referenzialità; e un altro 21,3% che parla di inesperienza politica. I toni critici, dunque, non mancano, ma c’è una percentuale altissima: il 36,4% che considera i 5 Stelle come elemento di rinnovamento del sistema.
“Questo dato – dichiara Pier Domenico Garrone, fondatore del think tank Il Comunicatore Italiano – interpreta e rappresenta come il Movimento 5 Stelle è stato riconosciuto dai cittadini portatore dell’istanza di innovazione. Fatto e parere che è stato confermato da un’ulteriore analisi che segna come il 26 febbraio si sono fermati, come un orologio di Hiroshima, Bersani, Berlusconi e Monti nel dialogo con i cittadini, mentre il Movimento 5 Stelle prosegue una costanza di dialogo che lo fa crescere anche in consensi”.
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Trend in salita, dunque, che si intreccia con il tormentone di questi giorni: 5 Stelle al governo si o no? E’ la risposta che emerge nel periodo 25 febbraio – 6 marzo ci dice che il 6,8% punta ad un esecutivo 5 Stelle, il 16,9% ad un appoggio esterno su punti condivisi, il 19,4% chiede nuove elezioni , il 21,8% di rapporti con i partiti non vuole sentir parlare, il 35,1% dice sì ad un governo con il centro-sinistra. Messo così il messaggio che arriva dalla rete è chiaro.
“Complessivamente – conclude Garrone – questa indicazione per un governo del Paese che non abbia a che fare con gli apparati tradizionali dei partiti”.
FONTE: Tg2

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