PROPOSTO L’ARRESTO E LAVORO OBBLIGATORIO
Essere sorpresi a guidare ubriachi e senza patente? Nessun problema! Si rischia solo una denuncia. Questo, il paradosso, tutto italiano, denunciato dal dott. Pier Luigi Ciolli, Presidente del Coordinamento Camperisti Italiani. Così esordisce Ciolli: “Tanti milioni di euro spesi per le Campagne per la Sicurezza Stradale ed ecco i risultati! Insomma, mancando l’arresto e la detenzione, per tantissimi soggetti risulta evidentemente più economico non spendere tempo e soldi per munirsi di patente di guida”.
Il dott. Ciolli, che è a capo di una associazione con migliaia di iscritti, si chiede: “Ma che fine ha fatto il reato di DELITTO OMISSIVO o COMMISSIVO che deve essere imputato a chi conosce un pericolo e non mette in campo quanto utile a prevenirlo?”.
E nel caso in esame, secondo il Coordinamento Camperisti, tale delitto dovrebbe vedere imputato il Presidente del Consiglio di turno visto che non è stata mai emanata una legge che prevede l’arresto per chi è sorpreso in tale stato, con giudizio per direttissima e recluso con lavoro obbligatoro per pagarne le spese. In parole povere evitare che si rimetta a guidare un veicolo per un po’ di tempo.
Ma il dott. Ciolli non si ferma e aggiunge: “Quando abbiamo proposto delle PENE certe per chi abusa di alcol, droghe, farmaci, ecc.. ci hanno scritto che tali PENE erano da NON applicare perché non avrebbero risolto … non sono da Paese civile … etc …”.
Conclude duro il Presidente del Coordinamento Camperisti: “Siamo in un Paese dove esiste la libertà di pensiero ma, a chi non vuol punire in modo esemplare tali comportamenti, auguriamo che un “recidivo” non si ubriachi e investa qualche loro parente uccidendolo o, peggio, rendendolo invalido. Tale possibilità non è remota visto che con il nuovo anno si riapre un “libro in bianco” dove via via andremo a registrare circa 300.000 feriti, 25.000 invalidi e 9.000 morti per incidenti sulle strade italiane”.
Indubbiamente, bisogna fare qualcosa ed in fretta. Non si può soprassedere su una questione diventata ormai emergenza nazionale. E’ giusto indignarsi per ciò che accade di tragico sui posti di lavoro, ma non è giusto girarsi dall’altra parte quando dalle strade ed autostrade italiane giungono dei veri e propri bollettini di guerra. E non si può nemmeno tacitare le coscienze sbattendo le tragiche notizie quotidiane sulle prime pagine dei giornali. E’ solo un modo per non affrontare seriamente il problema. Anche questo è un segno del lento ineluttabile declino del nostro Paese.
Alfonso Aloisi
alfonsoaloisi@virgilio.it
Il dott. Ciolli, che è a capo di una associazione con migliaia di iscritti, si chiede: “Ma che fine ha fatto il reato di DELITTO OMISSIVO o COMMISSIVO che deve essere imputato a chi conosce un pericolo e non mette in campo quanto utile a prevenirlo?”.
E nel caso in esame, secondo il Coordinamento Camperisti, tale delitto dovrebbe vedere imputato il Presidente del Consiglio di turno visto che non è stata mai emanata una legge che prevede l’arresto per chi è sorpreso in tale stato, con giudizio per direttissima e recluso con lavoro obbligatoro per pagarne le spese. In parole povere evitare che si rimetta a guidare un veicolo per un po’ di tempo.
Ma il dott. Ciolli non si ferma e aggiunge: “Quando abbiamo proposto delle PENE certe per chi abusa di alcol, droghe, farmaci, ecc.. ci hanno scritto che tali PENE erano da NON applicare perché non avrebbero risolto … non sono da Paese civile … etc …”.
Conclude duro il Presidente del Coordinamento Camperisti: “Siamo in un Paese dove esiste la libertà di pensiero ma, a chi non vuol punire in modo esemplare tali comportamenti, auguriamo che un “recidivo” non si ubriachi e investa qualche loro parente uccidendolo o, peggio, rendendolo invalido. Tale possibilità non è remota visto che con il nuovo anno si riapre un “libro in bianco” dove via via andremo a registrare circa 300.000 feriti, 25.000 invalidi e 9.000 morti per incidenti sulle strade italiane”.
Indubbiamente, bisogna fare qualcosa ed in fretta. Non si può soprassedere su una questione diventata ormai emergenza nazionale. E’ giusto indignarsi per ciò che accade di tragico sui posti di lavoro, ma non è giusto girarsi dall’altra parte quando dalle strade ed autostrade italiane giungono dei veri e propri bollettini di guerra. E non si può nemmeno tacitare le coscienze sbattendo le tragiche notizie quotidiane sulle prime pagine dei giornali. E’ solo un modo per non affrontare seriamente il problema. Anche questo è un segno del lento ineluttabile declino del nostro Paese.
Alfonso Aloisi
alfonsoaloisi@virgilio.it
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