La transizione energetica e la decarbonizzazione, i diritti umani, lo sviluppo locale: l'impegno di Eni nel report di sostenibilità 2019, presentato dall'AD Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: 'Eni for - A just transition 2019', l'importanza della sostenibilità per il gruppo

Il quattordicesimo report di sostenibilità di Eni parla chiaro: l'impegno sul fronte dello sviluppo sostenibile porta a risultati concreti ed è destinato a rafforzarsi, nonostante lo scenario complesso in cui il gruppo è chiamato a muoversi oggi. "Il momento storico che stiamo attraversando sta mettendo sul nostro cammino sfide complesse, ma siamo convinti che dalle difficoltà possano nascere nuove opportunità" ha sottolineato l'AD Claudio Descalzi nell'introdurre 'Eni for - A just transition 2019', il report che illustra i più recenti risultati della trasformazione avviata dall'azienda negli ultimi 6 anni oltre ai nuovi impegni definiti nel Piano Strategico di Lungo Termine al 2050. Qualche numero: la riduzione dell'intensità delle emissioni di gas a effetto serra (-27% rispetto al 2014 in linea con il target di -43% al 2025); il calo delle emissioni fuggitive di metano (-44% rispetto al 2018), che ha permesso il raggiungimento con 6 anni di anticipo del target al 2025 di riduzione dell'80% rispetto al 2014; lo sviluppo di tecnologie, in particolare nel settore delle fonti rinnovabili (biocarburanti e solare); la formazione in materia di diritti umani per un totale di 25.845 ore erogate; la verifica e valutazione di circa 6.000 fornitori in tema di sostenibilità ambientale e sociale (es. salute, sicurezza, ambiente, diritti umani, anti-corruzione, compliance); gli investimenti per lo sviluppo locale (circa 95,3 milioni). E per i prossimi anni il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha individuato tre aree di intervento prioritarie: neutralità carbonica nel lungo termine, modello per l'eccellenza operativa e alleanze per lo sviluppo locale.

Claudio Descalzi: l'impegno di Eni a favore della sostenibilità ancora più forte oggi

Il percorso di trasformazione intrapreso da Eni negli ultimi sei anni, ispirato agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, ha portato a un nuovo modello di business che ha permesso alla società dell'energia di diventare "più semplice, veloce e resiliente" e di integrare la sostenibilità in ogni attività. Come evidenzia l'AD Claudio Descalzi, "gli impegni che abbiamo preso per portare avanti il processo di trasformazione sono ancora più forti oggi, così come la nostra determinazione al contrasto del cambiamento climatico e il nostro sforzo per una transizione energetica equa, che tenga conto di tutti i fattori in gioco: dalla necessità di ridurre l'impronta carbonica nella direzione dell'Accordo di Parigi all'esigenza di uno sviluppo globale della collettività". Non a caso il report include anche un documento incentrato esclusivamente sul percorso di neutralità carbonica nel lungo termine: tra gli obiettivi della nuova strategia l'azzeramento delle emissioni nette GHG scope 1 + scope 2 entro il 2040 e il raggiungimento al 2050 di una riduzione dell'80% delle emissioni nette GHG sull'intero ciclo di vita dei prodotti energetici (comprensive di emissioni scope 1, scope 2 e scope 3), oltre la soglia del 70% indicata dall'Agenzia Internazionale dell'Energia nello Scenario di Sviluppo Sostenibile (SDS), compatibile con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Non solo: in linea con quanto più volte espresso anche dall'AD Claudio Descalzi in merito alla valorizzazione delle persone e delle competenze, nel 2019 Eni ha investito 33,4 milioni di euro nella formazione, incrementando del 16,5% le ore dedicate a questa attività rispetto al 2018. Una sezione del report è inoltre dedicata alle collaborazioni strette con istituzioni, agenzie di cooperazione, università, organizzazioni della società civile e stakeholder locali per promuovere lo sviluppo locale dei territori in cui il gruppo è presente.
 
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