Io mi lagnavo di non avere sandali e passando davanti alla moschea di Damasco vidi un uomo senza gambe che rideva. Cessai di lamentarmi. (Ibn Saadi)

Sono sempre di più i giovani che si sentono insoddisfatti della vita che stanno vivendo.

Il lavoro è spesso precario e mal retribuito, le relazioni difficili e burrascose, comprare casa è per molti quasi un sogno. Lo stress è un denominatore comune e la qualità della vita non è sempre delle migliori, con ritmi spesso insostenibili.

In una situazione che non è certo facile, è fondamentale lavorare su se stessi, imparare a gestire i propri stati d'animo, scaricare lo stress e recuperare serenità e capacità di analizzare con equilibrio tutto ciò che ci accade.

Spesso, quando siamo eccessivamente sotto pressione, tendiamo ad essere insofferenti ed a vedere tutto nero, ad essere pessimisti ed insofferenti, a lamentarci di ogni cosa.

A fare la differenza non è quello che ci accade, ma come vivamo quallo che ci accade.


Pubblico volentieri una piccola storiella per riflettere un pò su noi stessi.



LO SPACCAPIETRE

C’era una volta, tanto tempo fa, un giovane spaccapietre. Tutto il giorno lavorava con martello e scalpello, sempre in mezzo alle rocce ed alle pietre.


Eppure ci deve essere qualcos’altro al mondo, oltre alle pietre!” pensava una mattina lavorando sodo.

Come mi piacerebbe viaggiare e vedere tante cose!”

Per consolarsi, cominciò a cantare ad alta voce una canzone inventata lì per lì che raccontava i suoi desideri.

Per caso lo sentì un giovane mago, che stava girando il mondo per istruirsi. Si fermò ad ascoltare e pensò: “ questo giovane mi sembra tanto bravo… è desideroso di conoscere il mondo, mi piace il suo atteggiamento”. E decise di aiutarlo.

“senti- gli disse – io posso aiutarti. Dimmi cosa desideri più di ogni altra cosa.”

Lo spaccapietre smise di lavorare e guardò stupito quello sconosciuto. Sembrava così giovane, ma trasmetteva serenità e affidabilità così decise di credergli, ed iniziò a pensare attentamente.

“Se fossi ricco sarei libero di fare tutto quello che mi piace…”

“E allora sarai ricco!” Gli disse il mago

Ed infatti lo spaccapietre diventò l’uomo più ricco della zona. E per un po’ di tempo fu anche abbastanza felice. Poi, d’un tratto, iniziò a diventare inquieto.

“Vorrei anche essere l’uomo più potente di tutti!” pensava.

Ed allora il mago lo fece diventare Imperatore.

Passato un po’ di tempo, lo Spaccapietre-Imperatore diventò di nuovo infelice. E pensava: “La mia potenza finisce su questa terra, mentre nel cielo c’è il sole che domina tutto il firmamento”.

Allora il mago lo fece diventare Sole.

“Adesso risplendo sul cielo e sulla terra”, pensava lo Spaccapietre-Sole. Ma, mentre guardava sulla terra un bel parco dove tanti bambini giocavano allegramente, vide ad un tratto che tutti smettevano di giocare e correvano a ripararsi dentro le case. Perfino i fiori del parco chiudevano le loro corolle e cercavano di farsi più piccoli che potevano. Che cosa stava succedendo laggiù? Guardando si intorno, lo Spaccapietre-Sole si accorse che stava arrivando una grossa nuvola nera che di lì a poco gli impedì di continuare a riscaldare il giardino con i suoi raggi. Stupito pensò: “Ma allora, la nuvole è più potente di me?”

Il mago, che era curioso di vedere come si comportava lo spaccapietre, lo accontentò anche stavolta, e lo trasformò in una grande nuvola nera.

Lo Spaccapietre-Nuvola si divertì ad esplorare su e giù il cielo, a mandare una pioggia rabbiosa e violenta sugli alberi dei boschi e sulle rocce delle montagne. Ma si accorse che le rocce diventavano incrollabili e neppure facevano caso se c’era il sole o la pioggia. Questo lo irritò molto.
“Ma allora io voglio essere come una roccia!” ed ancora una volta il mago lo accontentò. Diventò una grande roccia, solida e maestosa.

Un bel mattino arrivò un giovane con uno scalpello ed un martello in mano e, iniziando a cantare, cominciò a colpire la roccia, facendone volare tutt’ intorno i frammenti.

Lo Spaccapietre-Roccia si spaventò moltissimo e iniziò a gridare: “ Non voglio più essere una roccia, voglio essere come quell’ uomo che canta laggiù e che osa scalfire la mia potenza!”

Ancora una volta il mago lo accontentò ed il giovane tornò ad essere lo Spaccapietre che era…


A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza. (Fëdor Michajlovic Dostoevskij)

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