Tratto da www.qualitiamo.com

La qualità non si improvvisa.

Anche se quando c’è non è così evidente, quando manca è sicuramente lampante la mediocrità che circonda questa assenza.
Il paragone che viene alla mente è quello con uno scaffale di casa nostra: se è ordinato e non vi regna la polvere nessuno lo noterà con particolare solerzia, ma se il disordine e la polvere prenderanno vita su di esso, lo si noterà immediatamente.

Il portavoce della qualità in azienda è il Responsabile Qualità che riveste, per la natura stessa del suo lavoro di “supervisore” del lavoro altrui, un ruolo delicato e di primaria importanza.
Da lui tutti si aspettano competenze superiori alla norma e una sorta di esempio permanente di come si debba lavorare, pena, alla minima imperfezione, renderlo oggetto della battuta “ma non sei proprio tu che ti occupi di qualità”?

La sua difficile convivenza con le altre funzioni, soprattutto in realtà dove la qualità rappresenta ancora il male necessario per strappare la sudata certificazione e non un nuovo modo di lavorare, gli impone di cancellare dall’immaginario collettivo la vecchia figura del burocrate estensore di procedure con la quale viene spesso identificato, “riverniciandola” con nuove competenze e conoscenze basilari di management.

Il Responsabile Qualità, osteggiato perché il suo lavoro viene spesso visto come antagonista di costi e produttività, deve lavorare al servizio di tutti e con la collaborazione di tutti, questo è fondamentale perché possa esplicare al meglio il proprio ruolo in azienda.
All’interno dell’organizzazione, dovrà vincere le resistenze soprattutto dei livelli intermedi che vivranno la necessità del cambiamento e l’istituzione di regole da seguire su attività che avevano sempre svolto in autonomia, come una cessione di conoscenze personali e, dunque, di potere.

Un ruolo così complesso e delicato dovrà arricchirsi di competenze manageriali ma anche sviluppare la capacità di dialogare con i tecnici, pena la perdita di credibilità.
L’uomo-qualità dovrà diventare col tempo il più fine conoscitore dei meccanismi organizzativi che regolano l’azienda e dunque una figura di riferimento alla quale tutti potranno rivolgersi per trovare un valido supporto nella risoluzione di problemi di tipo organizzativo e gestionale.

Per sopravvivere saldamente al timone di questa carriera difficile ma affascinante senza rimanere schiacciati dalle esigenze e dalle abitudini di colleghi e superiori, occorrono molteplici conoscenze sia specificatamente tecniche che trasversali.

Per quanto riguarda le conoscenze squisitamente “trasversali”, vi rimandiamo alla sezione nella quale si parla delle caratteristiche del Responsabile Qualità.
Per un elenco preciso e dettagliato delle competenze tecniche, invece, vi diamo appuntamento al prossimo post, con l’augurio che ogni professionista possa rilevare tramite esso eventuali lacune nella propria preparazione e trovare nuovo entusiasmo per colmarle con cognizione di causa.

Del resto non dimentichiamo che proprio uno dei grandi “guru” della qualità, W. Edward Deming, nel suo libro “Out of the crisis” ci ricorda che dobbiamo sforzarci ogni giorno di imparare qualcosa per diventare sempre più esperti nel nostro lavoro e nelle nostre vite.

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