Festival Africolor a Parigi

<p class="mobile-photo"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjztiwu61CLYKuW5IlKYuH7VedK506_hfLuP6p7drbUDTSK6jGZbwY7duOB1HdR3jKmSWvD4IS5dUkQnBrQB8zvqxyhGCaU_PABZ6bDmXx1pdUAwr2g47YbajYuQspQ5PM2dYfRiy5NPkK/s1600-h/africolor+08-726710.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267367763828762146" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjztiwu61CLYKuW5IlKYuH7VedK506_hfLuP6p7drbUDTSK6jGZbwY7duOB1HdR3jKmSWvD4IS5dUkQnBrQB8zvqxyhGCaU_PABZ6bDmXx1pdUAwr2g47YbajYuQspQ5PM2dYfRiy5NPkK/s320/africolor+08-726710.gif" /></a></p><DIV><FONT face=Arial size=2> <H3 class=post-title> </H3> <DIV class=post-body> <DIV> <DIV style="CLEAR: both"></DIV> <DIV class=Section1> <P class=MsoNormal>L'Africa è sicuramente uno di quei posti in cui la musica viene considerata particolarmente importante, sia come mezzo di espressione che di divertimento, sia come svago che come parte importante della cultura e della storia di un popolo.<BR><BR>Tutti noi se pensiamo alla musica africana pensiamo subito alle percussioni e a una musica particolarmente ritmata, ma la verità è che l'universo musicale africano è molto vasto ed eterogeneo, ed è caratterizzato da un lato da una forte tradizione, dall'altra da influenze e sviluppi vari che si sono succeduti nel corso del tempo.<BR><BR>Per capire meglio e conoscere a fondo il variegato mondo della musica africana, ma anche per passare qualche giorno in una delle <A href="http://it.flashbooking.com/navigation/europe_francia_parigi_all_arc-de-triomphe-palais-des-congres---17-arr-.html">pensioni a Parigi</A> ballando e ascoltando bella musica, l'ideale è recarsi al Festival Africolor di Parigi. La XX edizione di questo particolare festival si svolgerà tra il 21 novembre e il 24 dicembre in una delle città più multiculturali d'Europa, con un'alta percentuale di popolazione originaria proprio dal continente africano, a dimostrare che l'Africa non è solo quella delle violente periferie parigine e dei clandestini discriminati, ma è soprattutto un continente ricco di cultura, che ha molto da offrire agli altri, a tutti coloro che riescono a guardare oltre il velo del pregiudizio. Uno degli obiettivi dell'evento è infatti quello di creare un luogo d'incontro tra diverse culture, un luogo in cui tutti abbiano la possibilità di confrontarsi liberamente con gli altri, un luogo in cui tutti si possano sentire liberi di conoscere e di farsi conoscere.<BR><BR>Ed è seguendo questa filosofia che da ben 20 edizioni il Festival si propone come un'importante vetrina per gli artisti provenienti dal continente africano, quegli artisti che hanno arricchito il nostro universo musicale e così facendo sono stati anche in grado di mutare la nostra percezione del mondo, ampliando la nostra visuale e arricchendo sia la nostra cultura che la nostra interiorità. Spazio verrà dunque dato ad importanti artisti quali Kettly Noël, Nahawa Doumbia, che già dalla prima edizione di Africolor, nel 1989, aprì le porte alla comunità del Mali, e Danyel Waro, che con il suo lungo percorso artistico è protagonista del festival da ben 15 anni. Il festival però non lascia spazio solo agli artisti già affermati, al contrario, uno degli obiettivi di Africolor è quello di fungere da trampolino di lancio per artisti emergenti, che non si sono ancora fatti un nome al di fuori dell'Africa, come Salif Keïta or Touré Kunda, che talvolta alloggiano persino in qualche <A href="http://it.flashbooking.com/navigation/europe_francia_parigi_ostello_all.html">ostello a Parigi</A>.<BR><BR>Tutti i tipi di musica africana verranno celebrati durante il Festival, da quelli originari del Maghreb fino a toccare l'Oceano Indiano, ma essendo il festival caratterizzato da una cifra internazionale, ed essendo votato per natura all'incontro tra popoli, l'evento vedrà la partecipazione anche di artisti provenienti da tutto il mondo, che si esibiranno per un mese in diversi palcoscenici sparsi per tutta la città.<BR><BR>Parigi è una città multietnica e ricca di arte e cultura, e per un mese diventa anche la capitale della musica, grazie ad un evento che riempirà la città con i suoni del mondo: non perdere l'occasione di assistere a questo evento unico, prenota subito il tuo <A href="http://it.flashbooking.com/navigation/europe_francia_parigi_bed-and-breakfast_all.html">bed and breakfast Parigi</A> e partecipa al Festival Africolor!<BR><BR>Date: 21 Novembre – 24 Dicembre 2008<BR>Dove: Parigi, Francia<BR><BR>Distribuzione a cura di Michele De Capitani<BR>Prima Posizione Srl – <A href="http://www.prima-posizione.it/">Agenzie marketing promozione</A></P></DIV></DIV></DIV></FONT></DIV>

Festival Africolor a Parigi

  L'Africa è sicuramente uno di quei posti in cui la musica viene considerata particolarmente importante, sia come mezzo di espre...

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Impara l'italiano e trascorri l' Academic School Year in Italia

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinu_blcEW9PJ5W1lQMZ7ygCLuIukNAZr2rLzs7q-6-6r-_lr6Y7jAO4bv18tFQbKC3OB2X61WsfQkXiwSuhFUyZMO6y5oHbazuOJ1HfbE-2eWT3Ym07tE07_C4MmIm6OYCnRMMi55Vf5VG/s1600-h/Academis+School+Year.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267362645999890114" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinu_blcEW9PJ5W1lQMZ7ygCLuIukNAZr2rLzs7q-6-6r-_lr6Y7jAO4bv18tFQbKC3OB2X61WsfQkXiwSuhFUyZMO6y5oHbazuOJ1HfbE-2eWT3Ym07tE07_C4MmIm6OYCnRMMi55Vf5VG/s320/Academis+School+Year.jpg" style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 225px; height: 149px;" /></a>La scuola di italiano per stranieri <a href="http://www.scuolaleonardo.com/Italian-language-school-Florence.html">Leonardo da Vinci di Firenze</a> propone a tutti gli studenti la possibilità di trascorrere un intero anno accademico nel nostro paese per imparare la lingua.<br /><br />"<a href="http://www.scuolaleonardo.com/gap-year-in-italy.php">Academic School Year</a>" è il corso pensato per tutti gli studenti stranieri che hanno un livello di conoscenza elementare dell'italiano ed ha una durata di ben 32 settimane (<span style="font-weight: bold;">dal 5 gennaio al 21 settembre</span>).<br /><br />Questo corso offre agli studenti l'opportunità di imparare l'italiano in maniera approfondita grazie alla continuità delle lezioni e di entrare a diretto contatto con la nostra cultura, imparando tanto della storia dell'arte e dell'economia nel nostro paese. Il corso infatti è diviso in due blocchi: uno di 240 lezioni standard durante le quali saranno approfonditi gli aspetti grammaticali della lingua. Nel corso di queste lezioni gli studenti saranno incoraggiati al dialogo in classe esclusivamente in lingua italiana, per favorire l'apprendimento e attraverso l'interazione con i compagni di classe.<br /><br />La seconda parte dell'anno scolastico prevede invece lezioni sugli aspetti più interessanti della nostra cultura. Gli studenti impareranno tutto sulla storia dell'arte (24 lezioni in 4 settimane), su storia e civiltà (32 lezioni) e sulla moda (12 lezioni). Ma uno degli aspetti più interessanti di questo corso è senz'altro la parte dedicata all' economia e agli affari nel nostro paese (12 lezioni), che rivolge un particolare interesse per la lingua italiana nel businnes. Questo blocco di lezioni fa infatti di <a href="http://www.scuolaleonardo.com/Italian-language-long-term-courses.html#Academic-Year-Italy">Academic School Year</a> un percorso formativo completo, in grado di fornire tutti gli strumenti necessari per apprendere ed imparare ad usare la lingua italiana.<br /><br />Alla fine del corso gli studenti avranno imparato bene l'italiano, seguiti da insegnanti seri e professionali e al loro ritorno a casa avranno portato con se un pezzettino del nostro paese, della sua storia, della sua arte e della sua cultura.<br />Inoltre, dopo il superamento di un esame, verrà rilasciato a tutti gli studenti partecipanti, il <span style="font-weight: bold;">DILI</span> (Diploma Intermedio Lingua Inglese), riconosciuto a livello internazionale dall'AIL, accademia Italiana di lingua.<br /><br />Quindi ragazzi se siete interessati a studiare l' italiano in Italia e vi piacerebbe trascorrere un intero anno accademico nel nostro paese, visitate il sito della scuola di italiano per stranieri <a href="http://www.scuolaleonardo.com/index.html">Leonardo da Vinci</a>... qui troverete tutte le informazioni sull' Academic School Year!

Impara l'italiano e trascorri l' Academic School Year in Italia

La scuola di italiano per stranieri Leonardo da Vinci di Firenze propone a tutti gli studenti la possibilità di trascorrere un intero anno ...

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Corsi di design italiano a Firenze

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM43dMOHMfem5awz5AOP1hFrAdHFV9VxQ7BynzcEcElAoApCTRoLREM34qsvk46TfKDSp-XHybQIj0QVo9oaRTvnZaqrVKvzGONIwqkswqzxoPnKxnMUbks3EqJKNj5qiZW-IemXfdt5P4/s1600-h/LEO_F237.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267338574930469906" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM43dMOHMfem5awz5AOP1hFrAdHFV9VxQ7BynzcEcElAoApCTRoLREM34qsvk46TfKDSp-XHybQIj0QVo9oaRTvnZaqrVKvzGONIwqkswqzxoPnKxnMUbks3EqJKNj5qiZW-IemXfdt5P4/s320/LEO_F237.jpg" style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 304px;" /></a><br />Sono tantissimi gli studenti che da ogni parte del mondo subiscono il fascino del nostro paese e decidono di recarsi in Italia per una vacanza studio.<br /><br />Ma sono ancora di più gli studenti che scelgono venire in Italia per studiare Design, settore nel quale l'Italia riscuote un enorme successo a livello internazionale. Seguire il "<a href="http://www.learn-languages-abroad.co.uk/italian/imparare-italiano-in-italia/corsi-design-italiano-firenze.html">Corso di Design italiano</a>" è il modo giusto per capire il perché di tanta fama del design italiano nel mondo.<br /><br />Durante questo corso, <span style="font-weight: bold;">proposto dalla scuola di lingua italiana Leonardo da Vinci</span>, imparerete tutto quello che c'è da sapere sulla storia italiana del design, dai primi decenni del XX secolo fino ai nostri giorni.<br /><br />Attraverso un percorso che va da 2 a 24 settimane, con 4 lezioni giornaliere, ripercorrerete tutte le tappe della nascita e dello sviluppo del design, dall'evoluzione di forme e colori, agli influssi delle moderne tecnologie.<br /><br />Studiare design in Italia è un'esperienza interessante e curiosa, e scegliere <a href="http://www.learn-languages-abroad.co.uk/italian/imparare-italiano-firenze.html">Firenze</a>, capitale mondiale dell'arte, per i propri studi in design significa associare allo studio l'opportunità di vedere alcune delle opere d'arte più belle del mondo e anche divertirsi tanto.<br /><br />Se l'idea di venire in Italia a studiare Design vi piace e desiderate tutte le informazioni sulla partecipazione al corso visitate il nostro sito <a href="http://www.learn-languages-abroad.co.uk/italian/benvenuto-studiare-lingue-estero.html">www.learn-languages-abroad.co.uk</a>

Corsi di design italiano a Firenze

Sono tantissimi gli studenti che da ogni parte del mondo subiscono il fascino del nostro paese e decidono di recarsi in Italia per una vacan...

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Albano Laziale (Roma): Incantando Roma, il 16/11/08.

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRi3kDvIWaI/AAAAAAAAJAo/pCUvWbkBTVI/s1600-h/locandinaincantandoroma.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267161594315954594" src="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRi3kDvIWaI/AAAAAAAAJAo/pCUvWbkBTVI/s200/locandinaincantandoroma.jpg" style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 138px; height: 200px;" /></a><br /><div style="text-align: center;">ANDREA PERROZZI ed ELISABETTA TULLI<br />presentano il Recital<br />INCANTANDO ROMA<br />La storia de Nina, Nino e de 7 chili de sale<br />Albano Laziale – 16 novembre 2008<br /></div> <br /><div style="text-align: justify;">PRESENTAZIONE DELLO SPETTACOLO<br />Incantando Roma è un recital inedito, adatto a tutti i tipi di pubblico. Un viaggio raccontato in musica attraverso la vita e le emozioni di due personaggi romani, Nino e Nina, che per tutto lo spettacolo si incontrano, scontrano, litigano e si amano nella Roma degli anni Cinquanta. Di estrazione popolare, i due personaggi, affrontano il quotidiano con le difficoltà comuni ancora a tante gente, conservando però il pudore e l’ottimismo di un tempo. E’ una storia in musica leggera e brillante. Attraverso le canzoni più famose del patrimonio popolare romano, calate nella storia, infatti il pubblico conosce meglio i protagonisti e la loro genuinità e si lascia trasportare nella magia della città eterna.<br /><br />OBIETTIVI<br />1 Promuovere la conoscenza di elementi di storia della musica popolare romana;<br />2 Salvaguardare il patrimonio musicale regionale presentando omaggi a grandi come Petrolini, Balzani, l’indimenticata Gabriella Ferri, e a cantautori romani come Baglioni; si potranno ascoltare brani come: Nina se voi dormite, Le mantellate, Sempre.<br />3 Portare avanti la scrittura musicale romana presentando all’interno dello spettacolo brani scritti dagli autori come la serenata amara Te vojo scordà e l’inedita canzone dedicata al grande attore Alberto Sordi; “La voce di Roma- Ciao Albè”<br />4 Proporre con un linguaggio semplice e brillante lo spaccato popolare della società romana e nazionale degli anni cinquanta.<br /><br />DURATA E CARATTERISTICHE DELLO SPETTACOLO<br />Incantando Roma ha la durata di 1h e 30 minuti. Sul palco 2 musicisti e 2 cantanti attori. Il tutto viene arricchito da suggestive immagini proiettate che aiutano il pubblico ad entrare nell’atmosfera di ciò che sta ascoltando. La scenografia minimalista riproduce uno scorcio di Roma.<br /><br /><br />CAST DELLO SPETTACOLO<br /><br />ANDREA PERROZZI: Compositore ed autore della sceneggiatura è NINO. Andrea lavora nel campo da ormai 20 anni, nonostante la giovane età. E’ stato ed è ancora pianista e spalla comica dell’Attore e rumorista Dario Bandiera con il quale ha partecipato ad innumerevoli trasmissioni televisive mediaset e Rai, e spettacoli teatrali. Ha scritto ed interpretato a Domenica In una meravigliosa e toccante canzone dedicata al grande attore Alberto Sordi. E’ stato per tre anni un elemento della storica formazione musicale dei NEW TROLLS. Ha aperto concerti di grandi artisti tra i quali Gigi D’Alessio. È stato tra i protagonisti del Musical “Jesus Christ Superstar” con la compagnia della Rancia.<br /><br />ELISABETTA TULLI Autrice del testo teatrale è NINA<br />Da pochissimo reduce della trasmissione televisiva “ Vieni avanti cretino” di Pier Francesco Pingitore, con Pino Insegno e Roberto Ciufoli (Rete4). Cantante del Quartetto vocale “Baraonna”. Scoperta da Gianni Boncompagni, lavora come cantante solista della trasmissione “Chiambretti c’è” al fianco di Piero Chiambretti. Artista spalla di Marcello Cirillo per diversi anni. Pubblica per la Rai il cd dal titolo Ispirata di cui è autrice ed interprete. Si dedica da anni alla musica romana.<br />Appuntamento domenica 16 novembre, con pomeridiana e serale, al teatro Alba Radians di Albano Laziale (Roma). PER INFO E CONTATTI: Incantandoroma@gmail.com – 3470878736.</div>

Albano Laziale (Roma): Incantando Roma, il 16/11/08.

ANDREA PERROZZI ed ELISABETTA TULLI presentano il Recital INCANTANDO ROMA La storia de Nina, Nino e de 7 chili de sale Albano Laziale – 16 n...

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Amici di Maria De Filippi: Votate Pamela

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZxvVGhI/AAAAAAAAI9w/7Z_ehNfr6Js/s1600-h/pamela+5.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267143825500215826" src="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZxvVGhI/AAAAAAAAI9w/7Z_ehNfr6Js/s200/pamela+5.jpg" style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 186px;" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZfYvQuI/AAAAAAAAI9o/puaX7TDspSc/s1600-h/pamela+4.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267143820573623010" src="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZfYvQuI/AAAAAAAAI9o/puaX7TDspSc/s200/pamela+4.jpg" style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 166px;" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZCZQvbI/AAAAAAAAI9g/kcd7Ayik2Hk/s1600-h/pamela+1.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267143812791188914" src="http://3.bp.blogspot.com/_hnFyJlNG6uw/SRinZCZQvbI/AAAAAAAAI9g/kcd7Ayik2Hk/s200/pamela+1.jpg" style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 162px;" /></a><br /><div style="text-align: justify;">Pamela Scarponi ha 21 anni ed è nata ad Anzio (Roma) dove vive con la sua famiglia. Durante l’estate ha sostenuto e superato tutte le selezioni di canto per accedere alla scuola di “Amici”. Da sempre il suo sogno è stato quello di cantare. Pamela è una ragazza che, per pagarsi le lezioni di canto, ha fatto dei lavoretti come la shampista, la bambinaia ed alctre volte ha aiutato sua madre a fare le pulizie da alcune persone. Ha frequentato la scuola “Le Muse” di Nettuno partecipando a numerose manifestazioni teatrali, e saggi, ricevendo sempre apprezzamenti. Finalmente è arrivata a coronare il suo sogno entrando nella scuola di “Amici di Maria De Filippi”, dove sta dimostrando la sua bravura. In quest’ambiente, spesso la professionalità non basta, ma c’è bisogno anche della fortuna e dell’appoggio dei suoi estimatori. Tutti noi possiamo aiutare Pamela a superare gli ostacoli, usando il tele voto, inviando un sms al 48425 scrivendo nel testo “cod. 19”. In bocca al lupo!</div>

Amici di Maria De Filippi: Votate Pamela

Pamela Scarponi ha 21 anni ed è nata ad Anzio (Roma) dove vive con la sua famiglia. Durante l’estate ha sostenuto e superato tutte le selezi...

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Robin Good intervistato in diretta sul web!

<p><img align="right" alt="Robin Good" src="http://www.nuovointernetmarketing.it/wp-content/uploads/2008/11/robin-good-150x150.jpg" title="Robin Good" /><em>L'11 Novembre, ore 21, teleconferenza gratis conil Guru del web 2.0 </em></p> <p>Martedì 11 Novembre, alle ore 21, il leader italiano del <a href="http://www.nuovointernetmarketing.it" title="Internet Marketing" target="_blank"><strong>Nuovo Internet Marketing</strong></a>, <strong>Italo Cillo</strong>, intervisterà in diretta l’icona internazionale del “web 2.0”, il profeta della nuova era di internet, lo scopritore del “lato umano” del web e delle sue sconcertanti opportunità: <strong><a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/traffico/intervista-robin-good/">Robin Good</a></strong>! </p> <p><strong><a href="http://blog.miglioriamo.it">Miglioriamo.it</a></strong>, il nuovo sito-comunità di<strong> Italo Cillo</strong>, ospiterà questa intervista-rivelazione a <strong><a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/traffico/intervista-robin-good/">Robin Good</a></strong><a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/traffico/intervista-robin-good/" title="Robin Good" target="_blank"></a> che mostrerà a tutti l’importanza della “personalità” e il modo di utilizzarla per realizzare le proprie aspirazioni in armonia con l’Anima collettiva del web. <br /> </p> <p>In questa intervista,<strong><a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/traffico/intervista-robin-good/">Robin Good</a></strong><b><a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/traffico/intervista-robin-good/" title="Robin Good" target="_blank"></a></b> parlerà di una legge segreta di Internet che pochi hanno afferrato in tutta la sua complessità. La legge secondo cui i nostri desideri e obiettivi si realizzano nel web solo quando siamo capaci di scoprire, comprendere e soddisfare i sogni e le aspirazioni degli altri!</p> <p>Se vuoi puoi porre la tua domanda a Robin Good e partecipare <strong>GRATIS</strong> alla teleconferenza <a href="http://www.nuovointernetmarketing.it/welcome/robingood.htm" title="Robin Good" target="_blank">clicca qui e registrati.</a></p> <p>Visita i nostri siti ed iscriviti alle liste per conoscere altre iniziative:</p> <p>http://www.nuovointernetmarketing.it</p> <p>http://www.miglioriamo.it </p> <p><a href="http://www.maleva.it/marketing/">Pubblicazione comunicati stampa</a> via internet<br />Maleva srl<br />www.maleva.it/marketing/<br />fabrizio.pivari (at) maleva.it</p>

Robin Good intervistato in diretta sul web!

L'11 Novembre, ore 21, teleconferenza gratis conil Guru del web 2.0 Martedì 11 Novembre, alle ore 21, il leader italiano del Nuovo Inte...

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Comunicato stampa Aesse: CLICK AND "THE GAME BEGINS", Il website www.aesse.com si rinnova

<div class=Section1> <p class=MsoNormal align=center style='text-align:center'><b><span lang=EN-US style='font-family:"Arial","sans-serif"'>Click and </span></b><span lang=EN-US style='font-family:"Arial","sans-serif"'>“<b>the game begins</b>”<o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal align=center style='text-align:center'><span style='font-family:"Arial","sans-serif"'>Il website </span><span lang=EN-US style='font-family:"Arial","sans-serif"'><a href="http://www.aesse.com"><span lang=IT>www.aesse.com</span></a></span><span style='font-family:"Arial","sans-serif"'> si rinnova <o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal align=center style='text-align:center'><b><span style='font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></b></p> <p class=MsoNormal align=center style='text-align:center'><b><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></b></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><b><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></b></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'>“<b>The game begins</b>”: basta click care su <b><a href="http://www.aesse.com">www.aesse.com</a> </b>per sentirsi pronti a vivere le vette innevate in modo totalmente inedito. È così che <b>Aesse</b>, da oggi, accoglie i navigatori della Rete: il website si rinnova completamente, in linea con la rivoluzione che da questa stagione investe l’intero concept Aesse.<o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'>Le parole chiave di tecnologia, performance e avanguardia si ritrovano in ogni sezione del sito web: in particolare le aree dedicate alle <b>nuove</b> <b>collezioni</b> consentono di vedere nel dettaglio ogni proposta <b>Aesse</b>, scoprirne tutti i plus al vertice della tecnologia e cogliere i suggerimenti di abbinamento, per un look da vivere in modo assolutamente libero e personale. Proprio come la più bella tra le piste innevate!<o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'>Per conoscere a fondo <b>l’inedito mood di Aesse</b>, altre pagine ricche di notizie si preparano a soddisfare ogni curiosità del visitatore; in tutto il sito, i capi della nuova collezione sono protagonisti di scatti mozzafiato in cui il gesto atletico più estremo si alterna al piacere contemplativo del movimento, rendendo ogni click  un viaggio emozionante nell’atmosfera della montagna.<o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'><o:p> </o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-size:11.0pt; font-family:"Arial","sans-serif"'>Basta digitare <b><a href="http://www.aesse.com">www.aesse.com</a></b>, aggiornato con le ultimissime novità e le sue suggestioni sorprendenti, per sentirsi già pronti a dominare la montagna con un equipaggiamento d’eccezione: in attesa di arrivare davvero sulla neve in un total look Aesse, il “gioco” inizia da qui … <o:p></o:p></span></p> <p class=MsoNormal style='text-align:justify'><span style='font-family:"Times New Roman","serif"'><o:p> </o:p></span></p> <p class=MsoPlainText><span style='font-family:"Times New Roman","serif"'><img alt="the game begins" border="0" height="42" id="Immagine_x0020_1" src="cid:image001.jpg@01C9432F.1B236C40" width="642"></span><o:p></o:p></p> </div>

Comunicato stampa Aesse: CLICK AND "THE GAME BEGINS", Il website www.aesse.com si rinnova

Click and “ the game begins ” Il website www.aesse.com si rinnova       “ The game begins ”: basta click care su www.aesse.com ...

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Il cesso di Duchamp - o l’arte che cura

<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://a84.ac-images.myspacecdn.com/images01/76/m_8b725de29d240d38b2091bec5ec8f973.jpg"><img alt="" border="0" src="http://a84.ac-images.myspacecdn.com/images01/76/m_8b725de29d240d38b2091bec5ec8f973.jpg" style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 170px; height: 240px;" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-size:78%;"><span class="sottotitolo1" style="font-family:arial;">Pubblichiamo l'intervento di Massimo Silvano Galli al convegno “Olismo e terapie informazionali” (Milano, presso l’Auditorium Guna, 7 Novembre 2008), con la partecipazione di: Ervin Laszlo, Pier Mario Biava, Sergio Maria Francardo, Anna Masera, Michelangelo Pistoletto, Franz Di Cioccio, Denis Curti, Marco Roveda. Nelle immagini due opere di M.S. Galli: "Studio per il ribaltamento della fontana di Duchamp" e "Orinatoio - wiki art".<br /><br /></span></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size:100%;"><br />Il discorso sulle funzioni terapeutiche dell’arte e, più in generale, dei linguaggi espressivi, è più che complesso e disarticolabile lungo molteplici prospettive non riducibili ad un'unica matrice di senso. Quello che vorrei provare a compiere è, allora, una sorta di esercizio ermeneutico, inseguendo alcune delle possibili direttrici tra le tante che si sarebbero potute scegliere.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Prima di cominciare però, affinché ogni interpretazione, per quanto ereti<span class="testo">ca, risulti comprensibile, credo sia necessario partire da una distinzione con cui desidero </span><span class="testo">delimitare questo contributo, una distinzione che qualifica il concetto di terapia qui indagato non come <em>guarire da…</em> ma come <em>curarsi di…</em> nel senso di prendersi cura di qualcosa o qualcuno. </span></span><br /><span style="font-size:100%;"><span class="testo"> L’arte, infatti, non guarisce alcunché, </span>permette semmai di penetrare nel processo della cura e della cura di sé in particolare, mettendosi in ascolto dell’<em>Altro diverso da sé</em>: sia esso dentro o fuori di noi, oggetto o soggetto; permette di svincolarsi dai confini della propria biografia per addentrarsi nello spazio sconfinato e benefico di quella “mitobiografia” in cui -appunto- l’atto creativo, dà luogo al parto dell’Altro diverso da sé e nasce l’Adamo: l’uomo nuovo, rigenerato, curato.</span> <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://a975.ac-images.myspacecdn.com/images01/79/l_2cc52edc047d0b902081d50b647ab67e.jpg"><img alt="" border="0" src="http://a975.ac-images.myspacecdn.com/images01/79/l_2cc52edc047d0b902081d50b647ab67e.jpg" style="margin: 0pt 0pt 10px 10px; float: right; cursor: pointer; width: 235px; height: 201px;" /></a><br /><span style="font-size:100%;"> La cura dell’arte è, insomma, l’arte del cambiamento, dove i linguaggi, tutti i linguaggi, si addensano e si ritraggono in una danza carica di opportunità, anche improbabili e discordanti, ma sempre rivelatrici delle infinite maschere dell‘esistenza.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Ciò detto, la prima suggestione che vorrei proporvi lungo questo itinerario si trova tra le pagine di un bellissimo e famoso romanzo di Manuel Scorza, «La danza immobile» e recita: “L’uomo è una metafora provvisoriamente vestita di carne, o una carne che si nutre di metafore?”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Si tratta di una sintesi a mio avviso fenomenale, testimone da una parte del senso di travestimento e di tradimento cui è costantemente sottoposto l’uomo e, quindi, ogni sua creazione e, dell’altra, della profonda necessità di accedere a questo nutritivo e lenitivo tradimento. </span><br /><span style="font-size:100%;"> L’atto creativo più elementare che ognuno di noi costantemente compie, seppur inconsapevolmente, si risolve, infatti, attraverso lo sguardo; nel senso che ogni nostra osservazione è, di fatto, un processo attivo dove occhio e cervello non guardano e registrano solamente, ma attraverso una particolare lente deformante generata da tutte le cose che hanno già osservato, le nozioni che hanno precedentemente appreso, i racconti che hanno assorbito; pre-strutture che influenzano il nostro sguardo e, aggiungendo strati soggettivi a quelle osservazioni che si vorrebbero oggettive, non restituiscono di fatto un mondo per come è, ma ne creano ogni volta uno nuovo.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Per comprendere meglio questa asserzione dobbiamo però salire di complessità sulla scala della creazione. Ad un secondo livello, infatti, laddove l’umano prova a trasportare fuori da sé ciò che prima aveva catturato con lo sguardo e registrato col cervello, assistiamo ad un altro atto creativo ugualmente, per così dire, non-intenzionale. È questo il regno della parola, del linguaggio, dove meglio si chiarificano le caratteristiche di tradimento e di nutrimento celate nella domanda di Manuel Scorza. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Il linguaggio è, infatti, sempre una metafora della realtà. La parola ci nutre e ci tradisce traducendoci; allo stesso modo in cui il vocabolo “pane” è solo una rappresentazione della cosa e certo non sfama il nostro corpo, ma sfama la nostra psiche contribuendo a dare un senso alla realtà che ci circonda. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Infine, salendo nuovamente di livello e spostandoci in una zona intenzionale, o almeno <em>più intenzionale</em>, incontriamo l’atto creativo vero e proprio in cui emerge l’opera d’arte e si palesano definitivamente le intrinseche proprietà di tradimento e nutrimento. Vediamo come.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Ad ognuno di questi livelli (ma soprattutto nell’ultimo, laddove l’opera si manifesta), qualsiasi prodotto della creazione umana, si configura originariamente come un oggetto a se stante che non appartiene al mondo della natura e non appartiene ancora al mondo della cultura. Ogni opera creata, cioè, è opera ermeneutica che dà nome e forma alla natura informe facendosi intermediaria tra i suoi regni e il regno della cultura che si alimenta di queste opere di intermediazione. </span><br /><span style="font-size:100%;"> John Dewey in “Arte come esperienza” ci rende partecipi di un simpatico aneddoto molto significativo per esplicitare questo essere a se stante dell’atto del creare.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Durante l’inaugurazione di una mostra, un’avvenente visitatrice, sbirciando con un occhio un dipinto e con l’altro il suo autore, commenta: “Se posso dire la mia, non credo di aver mai visto una donna che somigli a questo ritratto.”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> “Ma signora,” risponde piccato il pittore, che per inciso era Henri Matisse, “questo è un quadro, non è una donna!”. </span><br /><span style="font-size:100%;"> L’opera, appunto, non appartiene a questo mondo e pure vi appartiene è, come dice Heidegger: “[…] solamente un’eco, in fondo autenticamente irreale.”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Di questa paradossale eco “autenticamente irreale” il nostro corpo, la nostra psiche, si nutrono e abbisognano più di quanto si possa immaginare e credere. L’uomo, infatti, può adattarsi ad ogni cosa, anche alle situazioni di più atroce sofferenza, ma non può sopravvivere in un mondo che non è in grado di spiegare, a cui non è in grado di dare un senso. Come dice Picasso l’arte, “non è la verità, ma una bugia che ci fa realizzare la verità.”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Per comprendere la cura che si può praticare con l’arte, credo si debba estendere questo concetto, questa salvifica e nutritiva “verità della menzogna”, a tutto l’operare umano, persino a quell’operare che chiamiamo scienza e che, troppo spesso, commettiamo l’errore di ammantare di oggettività, eludendo l’impulso immaginario da cui deve necessariamente originare ogni atto scientifico. L'uomo, insomma, è anzitutto un animale visionario la cui peculiarità è trasformare qualsiasi già dato in altro, cominciando a immaginarlo diversamente.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Questo carattere immaginario che permea l’uomo in ogni sua attività, ci conduce ad una nuova suggestione: una breve e significativa favoletta. Come tutte le favole comincia con… “C’era una volta…”, ma in questo caso proprio <em>una volta…</em> almeno quaranta, quarantacinquemila anni fa, una piccola comunità di uomini e di donne che, come in uso nei costumi dell’epoca, viveva in una caverna. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Ogni giorno si alzavano e compivano quelle tre/quattro operazioni che facevano della loro vita… <em>la loro vita</em>: cacciare, raccogliere erbe, bacche, frutti, mangiare, riprodursi e tornare a dormire... così, senza sosta, aspettando, non diversamente da noi, la fine.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Un bel giorno, però, come in tutte le favole, accadde una cosa straordinaria.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Una mattina, mentre tutta la comunità si preparava per uscire a procurarsi il cibo, due di loro si fermarono.</span><br /><span style="font-size:100%;"> “Che c’è,” gli chiesero, “non vi sentite bene?”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> "No,” risposero quelli, “stiamo benissimo. È che preferiremmo star qui a disegnare.".</span><br /><span style="font-size:100%;"> "A disegnare?” li guardarono allibiti. “E che significa?".</span><br /><span style="font-size:100%;"> …Be' forse le cose non andarono proprio così, forse non parlarono nemmeno, probabilmente i più pensarono che fossero malati -dei pazzi, avrebbero detto qualche millennio più tardi. Sta di fatto che quei due si fermarono e, la sera, quando il gruppo rincasò, anzi… <em>rincavernò</em>, si trovò di fronte a qualcosa di miracoloso: le pareti della caverna completamente istoriate.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Dopo un primo momento di imbarazzo proruppe la meraviglia e tutti cominciarono a correre da una parte all'altra della grotta, riconoscendo le cose che erano del mondo e che, ora, per una autentica magia, si trovavano lì, su quelle rocce. </span><br /><span style="font-size:100%;"> “Guarda,” diceva uno, “quello sono io mentre caccio.”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> “E quella,” diceva un'altra, “quella sono io mentre raccolgo le bacche.”.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Insomma, capirono che quei due non erano proprio pazzi ma, anzi, che avevano un che di speciale e, se non proprio loro, certo quelle strane cose che facevano sulla roccia e che chiamavano <em>disegni</em>. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Così, da quel giorno, cominciarono a tenerli in una certa considerazione. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Gli chiedevano consiglio quando qualcosa li turbava, quando dovevano prendere certe importanti decisioni; si recavano da loro quando stavano male e, questi, una volta facendo un disegno, una volta compiendo una danza, riuscivano, non sempre certo, ma spesso, anche a guarirli e, sicuramente, sicuramente li curavano, nel senso che si prendevano cura di loro. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Andarono avanti così per anni; poi, e siamo al lieto fine, uno dei due artisti, a questo punto possiamo chiamarli così, disse: "Senti… sai cosa ti dico… io mi sono rotto di disegnare, mi sa che vado a fare il medico.".</span><br /><span style="font-size:100%;"> "Il medico?" chiese l'altro stupito. "E cos'è il medico?".</span><br /><span style="font-size:100%;"> Fine della novella.</span><br /><span style="font-size:100%;"> L’uomo, secondo Jaques Lacan, diviene tale nel momento in cui entra nella relazione simbolica, un passaggio che, se ci spostiamo dal soggetto alla specie, ci dicono i paleontologi, segna lo sviluppo dell’umanità attorno -appunto- ai quaranta, quarantacinquemila anni fa ed è non a caso definito: <em>il grande balzo in avanti dell’evoluzione umana. </em>Un’autentica rivoluzione adattiva, in cui <em>improvvisamente</em> compaiono le prime forme di decorazione corporea, gli ornamenti, i dipinti rupestri, la scultura; opere talmente raffinate la cui repentina comparsa rappresenta ancora oggi un enigma. Emergono così capacità cognitive inedite e smisurate rispetto a quelle degli altri primati e i comportamenti sociali raggiungono livelli di estrema complessità e articolazione. Ecco l’anello mancante di cui da sempre sono in cerca gli Sherlock Holmes dell’evoluzione che hanno passato gli ultimi secoli a scrutare e confrontare crani e splancnocrani: non un fossile, ma la capacità di creare simboli, ossia di operare, più o meno scientemente, quei tradimenti e quei nutrimenti che citavamo all’inizio del nostro discorrere. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Attraverso la nostra capacità di creare simboli diventiamo una specie unica tra gli esseri viventi. Ma una delle particolarità del simbolo, dicevamo con l’esempio del vocabolo “pane”, è quella di non avere rapporto diretto con la realtà -il referente, ma soltanto con il concetto e con l'idea mentale -la referenza. È questo che fa di ogni simbolo un prodotto culturale che, per essere appreso, deve essere trasmesso. </span><br /><span style="font-size:100%;"> La nostra capacità di creare e di comunicare simboli, di trasmetterli ad altri, ci differenzia dalle altre creature animali le quali dipendono per lo più dalle informazioni già incastonate nei loro cervelli. </span><br /><span style="font-size:100%;"> L’astronomo Carl Sagan chiama questa capacità tipicamente umana: «conoscenza extrasomatica», sostenendo che sia questa a fare la differenza tra noi e, ad esempio, l’uomo primitivo pre-simbolico che abitava la caverna della nostra favoletta; non il nostro corredo genetico, che più o meno è rimasto immutato. Ciò significa che il nostro essere uomini risiede nella capacità di creare e comunicare simboli.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Manipolando i simboli il nostro cervello acquista (ha acquistato) la capacità di eseguire operazioni altrimenti impossibili mentre, allo stesso tempo, i simboli modificano (hanno modificato) il nostro cervello più potentemente e più radicalmente dei geni. I simboli, perciò, non sono mere associazioni arbitrarie, ma veri e propri agenti in grado di plasmare attivamente il nostro cervello e di intervenire sul nostro benessere. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Richard Dawkins, ha dato a questi agenti il nome di «meme», una sorta di «gene della mente». Se il gene è la molecola replicante che prevale negli organismi biologici, il «meme» è l'unità base della trasmissione culturale che può essere trasmesso da individuo a individuo subendo variazioni evolutive, ma con una velocità infinitamente superiore. Inoltre, mentre sui geni non possiamo intervenire, se non con sofisticate e ai più inaccessibili tecnologie, la creazione e la trasmissione di nuovi «meme» non è preclusa a nessuno.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Sappiamo che le malattie, come i loro rimedi, hanno forma prettamente culturale e disegnano scenari che vanno ben al di là di ogni patologia che gli amministratori della salute di un’epoca possono diagnosticare e guarire; per questo non ci deve stupire se la gran parte della odierna ricerca scientifica è tutta centrata sullo studio dei geni e non si occupa, se non marginalmente, ad esempio dello studio del «meme». </span><br /><span style="font-size:100%;"> Non che si voglia, con questo, invalidare la grande decriptazione del genoma umano, ma provare invece a sostenere un’idea altra del concetto di cura dove, ad esempio, le persone non siano trattate come meri oggetti di indagine, ma gli sia restituita la dignità di soggetti capaci di riflettere su di sé, di diagnosticare le loro sofferenze e di collaborare alla cura dei loro problemi, attraverso -evidentemente- un processo culturale e formativo al contempo che li metta nelle condizioni di entrare in un contatto diverso la cura di sé, magari, chessò, proprio imparando a manipolare il proprio personale «memoma».</span><br /><span style="font-size:100%;"> Come mai nella nostra epoca, invece, intermediari di ogni disciplina della conoscenza ci hanno sottratto e ci sottraggono il diritto/piacere di riconoscerci quali padroni del nostro corpo-sapere, annichilendo la nostra naturale capacità di interrogarci, di capirci, di curarci e di produrre conoscenza.</span><br /><br /><span style="font-size:100%;"> Per stare sui contributi dell’arte, quasi un secolo fa monsieur Marcel Duchamp si è cimentato con questa sfida e ha provato a ricondurre il soggetto alla sua funzione di produttore di sapere, svincolato da qualsiasi certificato di autorevolezza disciplinata dalla autorità del momento.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Era, per la precisione, il 1917 e Duchamp si apprestava a partecipare alla prima esposizione dell’America Society for Indipendent Artist con un’opera destinata ad archiviare per sempre il significato millenario del <em>fare arte</em>: un orinatoio acquistato sul catalogo di una ditta specializzata che Duchamp capovolge e intitola «Fontaine». Un’opera rivoluzionaria che dà vita ad una vera e propria rottura epistemologica con la tradizione occidentale ma che, soprattutto, ci invita ad operare la medesima rottura su tutti i fronti del sapere umano.</span><br /><span style="font-size:100%;"> Fino a prima di Duchamp, infatti, la “Cosa d’arte” è sempre stata la rappresentazione della Cosa. Non una donna, come nel nostro esempio di Matisse, ma un quadro, la rappresentazione di una donna. Duchamp, invece, mette la Cosa <em>reale</em> laddove da sempre abbiamo assistito alla sua rappresentazione, fa sì che la Cosa <em>reale</em> fecondi e generi se stessa come Cosa d’arte. Nasce così una nuova Cosa che forse non si può più nemmeno chiamare d’arte. E infatti, a differenza di tutte le sue passate consimili, questa nuova Cosa non si contestualizza in sé in quanto arte, ma chiama lo sguardo dell’Altro, del fruitore, per divenire tale. </span><br /><span style="font-size:100%;"> La toelette/Fontaine di Duchamp, per essere definita opera d’arte, deve essere inserita in uno spazio che la qualifichi come tale, poiché fuori da quello spazio qualificante altro non sarebbe che un cesso rovesciato. A quel punto potrà ricevere lo sguardo del visitatore che però, trovandosi di fronte ad un oggetto in qualche modo <em>per nulla artistico</em>, non rappresentativo, nel senso classico del termine, è costretto, se desidera comprendere l’opera, a compiere uno sforzo riflessivo e provare a dargli un senso. Per questo si parlerà di un‘opera <em>definitely unfinished</em>, definitivamente non finita, che può trovare la sua finitudine, il suo senso o, meglio, uno dei suoi possibili sensi, solo nello sguardo dell’Altro-Fruitore. Ciò significa il fruitore chiamato a finire l’opera, intenzionandola di significati, entra compiutamente nel processo creativo, diventa egli stesso artista, ossia qualcuno che non sta più passivamente davanti all’opera ma, in qualche modo, la ri-crea. </span><br /><span style="font-size:100%;"> Se ora proviamo ad allargare il campo di applicazione che ci suggerisce l’opera di Duchamp, ad esempio trasportandolo nell’ambito della cura, ci accorgeremo che siamo di fronte ad un vero e proprio atto rivoluzionario che ci libera spezzando la barra (del potere, direbbe Foucault) che separa chi detiene gli strumenti ermeneutici da chi li subisce, in questo caso la barra che separa paziente e terapeuta.</span><br /><span style="font-size:100%;"> L’opera di Duchamp, largamente incompresa nel suo significato profondo e snaturata e banalizzata da molti dei suoi stessi epigoni, ci invita a riappropriarci del nostro sguardo creatore, a diventare gli sciamani di noi stessi producendoci nella manipolazione di simboli o, se vogliamo, nella creazione di nuovi «meme».</span><br /><span style="font-size:100%;"> “L’arte,” dice Heidegger, “è una cosa a cui è successo qualcosa”, e la cura cui l’arte può accedere si configura proprio nell’esercizio consapevole di questa capacità di far succedere qualcosa alle cose, a partire da quella <em>cosa</em> che ognuno è per se stesso.</span><br /><span style="font-size:100%;"><span class="testo">Si tratta di avviare un vero e proprio processo educativo capace di guardare all’arte e alla dimensione estetica come ad un evento “non separato dall'esperienza umana” ma che operi con e nell'esperienza del quotidiano, tornando, come quando si era bambini, a sporcaci le mani (e senza paura) con il “fare” dell’opera; consapevoli che, come dice John Cage (e valga come mia personale ricetta medicamentosa): <strong>“</strong>E’ meglio creare un brano musicale che eseguirlo, meglio eseguirlo che ascoltarlo, meglio ascoltarlo che abusarne come mezzo per distrarsi, intrattenere o acquisire cultura.”.<br /><br /></span></span><div style="text-align: right;"><span style="font-weight: bold;font-size:100%;" ><span class="testo"><a href="http://www.msgdixit.it">Massimo Silvano Galli</a></span></span><br /></div></div> </div>

Il cesso di Duchamp - o l’arte che cura

Pubblichiamo l'intervento di Massimo Silvano Galli al convegno “Olismo e terapie informazionali” (Milano, presso l’Auditorium Guna, 7 No...

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Arriva l'influenza, ma l'Asl NA 5 non ha i vaccini

CASTELLAMMARE DI STABIA. Con l’arrivo della stagione invernale sono sempre più i cittadini che decidono di ricorrere ai vaccini per evitare di contrarre l’influenza. Quest’anno, poi, si attendono ceppi virali nuovi, probabilmente provenienti dalla Cina, potenzialmente più aggressivi, anche su chi si è vaccinato gli anni passati. Allora avanti con i vaccini, che, soprattutto per gli anziani sopra i 65 anni, rappresentano una tappa quasi obbligata. Inoltre, il momento migliore per farsi vaccinare è proprio il periodo che va da fine ottobre ad inizio novembre, atteso che la massima circolazione dei virus influenzali è prevista nei mesi di gennaio e febbraio e che la protezione si sviluppa dopo due settimane dall'iniezione e si mantiene per circa sei mesi. Tuttavia, per la città di Castellammare di Stabia e per tutti i comuni appartenenti all’ASL NA 5, la campagna di vaccinazione parte in ritardo. «Ai medici di base – spiega Antonio Sicignano, vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà della Campania - ad oggi non sono ancora arrivati i vaccini e forse non arriveranno nemmeno per la seconda settimana del mese. Ciò in quanto - continua - le richieste alle ditte farmaceutiche, da parte dell’ ASL NA 5, sono partire inspiegabilmente solo in data 28 ottobre 2008. E pensare che la prevenzione antinfluenzale, preorganizzata dalla Regione in collaborazione con il Ministero al Welfar, doveva partire dal 27 ottobre 2008. Vi è il grosso rischio – aggiunge - che se il vaccino antinfluenzale viene fatto in ritardo, la protezione anticorpale si sviluppa anch’essa in ritardo, con grossi rischi di efficacia del medicinale». Conclude Sicignano: «l’influenza oggi viene percepita dalla popolazione come una malattia benigna. Invece, secondo l'Istituto superiore di sanità, l'eccesso di mortalità che si registra ogni anno in Italia durante il periodo influenzale è di 8mila persone (l'84% riguarda gli over 65). I decessi dovuti a polmoniti come complicanza di una malattia influenzale sono invece mille ogni anno. Per non parlare poi del notevole impatto sociale prodotto dalla detta patologia influenzale, a causa del quale, ogni anno, si producono assenze da scuola o da lavoro e ricoveri ospedalieri per complicanze respiratorie e cardiovascolari». Visita www.cdlstabia.com

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CASTELLAMMARE DI STABIA. Con l’arrivo della stagione invernale sono sempre più i cittadini che decidono di ricorrere ai vaccini per evitare ...

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Conosciamo meglio i prodotti tipici della nostra terra: le Clementine Igp della Piana di Sibari.

<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgInMfIp0ni5ROEtElVpEis3kyDYcpv3IwKtFstys8Z5b8DcW4cnrqpMuwQTpGt_X8unk8IP7A8cFjb1lntoKFCbdbDa1ERlXlLSZJ6gVQEXG_9dhUg1OX7fAjEswRssPU_4kC6fZwRTaPF/s1600-h/Clementine_foglia.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5266322408586598578" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgInMfIp0ni5ROEtElVpEis3kyDYcpv3IwKtFstys8Z5b8DcW4cnrqpMuwQTpGt_X8unk8IP7A8cFjb1lntoKFCbdbDa1ERlXlLSZJ6gVQEXG_9dhUg1OX7fAjEswRssPU_4kC6fZwRTaPF/s320/Clementine_foglia.gif" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 250px; CURSOR: hand; HEIGHT: 178px" /></a> <strong><em><span style="font-size:130%;color:#006600;">Giusto per intenderci: non quelle magrebine o spagnole, ma quelle calabresi!!</span></em></strong><br /></div><div align="center"><strong><em><span style="font-size:130%;color:#006600;"></span></em></strong></div><br /><br /><div align="justify"><em>Sui banchi dei mercati ortofrutticoli si trovano molto facilmente, <strong>in autunno, le Clementine</strong>, ma raramente si svolge una approfondita analisi e ricerca dell’origine di questo frutto così allettante.<br />In effetti, è solo la <strong>clementina Igp delle Piana di Sibari</strong> che ha <strong>qualità organolettiche</strong> particolari, un <strong>sapore unico</strong> ed inconfondibile e<strong> l’assenza di semi</strong>.<br /><br />L’analogo prodotto spagnolo o magrebino, infatti, comincia ad essere commercializzato già da metà/ fine settembre, per durare anche fino a febbraio/marzo inoltrato.<br />Sono però i <strong>fattori ambientali e climatici</strong> di quello spicchio di Calabria, ma forse anche la <strong>limitatezza di produzione</strong>, che ne caratterizzano tale referenza.<br /><br />In genere, gli agrumi coltivati sono originari per la maggior parte da regioni tropicali. Il fatto che non hanno bisogno di basse temperature invernali e di alte temperature estive hanno riscontrato invece nella <strong>Piana di Sibari il clima ideale</strong> per un ottima produzione.<br />La pianta del clementine è considerata un ibrido occidentale, tra il mandarino e l'arancio amaro, trovando la sua origine in Algeria intorno al 1890 nel convento-orfanotrofio di Misserghin, e dedicando il suo nome al direttore Padre Clemente.<br /><br />I <strong>fattori pedo climatici</strong>, che nel passato avevano trovato altrove positività, fanno della <strong>Piana di Sibari, l'habitat naturale</strong> delle pregiate “clementine”.<br /><br />La diffusione nel comprensorio di quest'agrume ha trovato riscontro anzitutto per la naturale <strong>predisposizione dei suoi terreni</strong>, dotati <strong>d'elementi silicei</strong>, ricchi di <strong>scheletro</strong> e con un <strong>fattore ph neutro.<br /></strong><br />Anche <strong>dal punto di vista climatico</strong> esistono condizioni favorevoli, per la vicinanza dei monti e l'assenza della traiettoria dei venti, visto che <strong>il Pollino e la Sila</strong> circostanti rappresentano una <strong>naturale barriera contro</strong> alcuni dei più tradizionali nemici del clementino: il <strong>vento e la grandine.</strong><br /><br />Il vento è fra i fattori climatici più sfavorevoli, in grado di provocare danni anche gravi alle piante, danneggiando gli impianti, con estese defogliazione, cascola dei fiori e dei frutti. Parimenti grave risulta l'azione dei venti caldi disseccanti come lo scirocco.<br />Anche la grandine provoca danni diretti agli alberi ed ai frutti, con deprezzamento commerciale e maggiore incidenza dello scarto; inoltre, attraverso le ferite procurate, può aprire anche la via alla penetrazione di pericolose malattie.<br /><br />Tale <strong>barriera montana incide</strong>, ovviamente, anche <strong>sulla temperatura</strong> della zona, che condiziona la possibilità di coltivazione degli agrumi. La fase vegetativa degli agrumi inizia quando si raggiunge, di solito all'inizio della primavera, la temperatura di circa 12-13°C; la temperatura ideale per l'attività delle piante è compresa tra i 20e i 30°C. Il riposo invernale comincia con temperature inferiori ai 7°C, ma anche in estate si può avere il blocco della vegetazione nel caso la temperatura superi i 38°C: la differenza al freddo è diversa in funzione delle specie, le clementine è tra le cultivar più resistenti alle basse temperature.<br /><br /><br />Come tutti gli agrumi, la clementina possiede un <strong>alto tasso di vitamina C</strong>, anti-stanchezza: 41 mg/100g. Due clementine (circa la metà del fabbisogno giornaliero di vitamina C) forniscono solamente 50 Kcal.<strong> Nessun rischio per la linea</strong> quindi: meglio non privarsene. Tra l’altro, offre numerosi sali minerali, dei pigmenti che <strong>proteggono il sistema cardiovascolare e aumentano la resistenza dei capillari.<br /></strong><br />La clementina è più zuccherata dell’arancia e del pompelmo poiché contiene meno acido citrico.Nulla di strano quindi se la clementina è <strong>gradita a tutte le età</strong>, in particolare quando si è molto piccoli (succhi all’inizio, a spicchi in seguito), e a maggior ragione per le sue fibre tenere facilmente digeribili.<br /><br />Il problema della <strong>filiera e del costo di trasporto</strong> è stato notevolmente <strong>risolto,</strong> invece, da alcuni <strong>siti di </strong></em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em><strong>prodotti tipici calabresi</strong></em></a><em><strong>,</strong> i quali hanno notevolmente accorciato il relativo iter, mediante un rapporto di <strong>intermediazione minimo</strong>: si è provveduto,cioè, a creare quasi un filo diretto produttore/consumatore mediato al minimo negli scambi, con conseguente abbattimento dei relativi costi. Tali </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>portali</em></a><em>, infatti, si <strong>riforniscono direttamente da agrumicoltori del luogo,</strong> giusto in proporzione ai quantitativi ordinati sulle vetrine virtuali, ed <strong>in breve tempo consegnano</strong> al consumatore finale, in quantitativi ottimali per le esigenze familiari (cassettine da 5 kg o da 18 kg). Nessun problema, poi, per la relativa <strong>conservazione del prodotto</strong>, visto che <strong>(…se l’agrume è veramente fresco!!) non abbisogna di conservazione in frigo</strong>, ma può comodamente esser mantenuto sul balcone di casa: tanto, le temperature del periodo lo consentono!!</em></div>

Conosciamo meglio i prodotti tipici della nostra terra: le Clementine Igp della Piana di Sibari.

Giusto per intenderci: non quelle magrebine o spagnole, ma quelle calabresi!! Sui banchi dei mercati ortofrutticoli si trovano molto facilm...

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Pane, pizze e focacce

<strong>Pane, pizze e focacce,</strong><br /><br /><em>Torino</em><br /><em>domenica 23 novembre 2008<br />orario: 10,00-17,00<br /></em><br />In collaborazione con “La Sanagola”, scuola di cucina naturale<br /><br />Per secoli nella cucina mediterranea ed italiana il pane e gli altri prodotti da forno hanno avuto una importanza fondamentale nel nutrire e sostenere la salute.<br />Ancora oggi la cucina italiana è famosa in tutto il mondo anche grazie ai suoi prodotti da forno, in particolare la pizza e la focaccia. Negli ultimi decenni però questi prodotti hanno subito una notevole perdita qualitativa , sia negli ingredienti utilizzati sia nella loro preparazione e cottura, perdita che li ha resi sempre meno utili al mantenimento della salute, a causa dell’utilizzo sempre maggiore di grassi animali, farine raffinate e lieviti chimici..<br />Il corso di panificazione ha lo scopo di riproporre le vere tradizioni, imparando a usare farine integrali biologiche e processi di fermentazione naturale (a pasta acida) che permettano di godere di nuovo, in modo sano, dei prodotti da forno.<br />Verranno proposte ricette come lo strudel di verdure, il pane alle noci, la focaccia di farro, i crackers di sesamo ed altri ancora<br />Prodotte con farine integrali di grano, farro, kamut con lievitazione naturale con pasta "madre" o con lievito di birra.<br /><br /><em>Prima lezione<br /></em>focaccia al rosmarino, pizza, pasta briochata, chapati, muffins salati ed altro ancora.<br /><br />Presso : Istituto Itado, via Goito 12, Torino<br />Per info ed iscrizioni: 011/6698482<br /><br /><a href="mailto:info@cucinanatura.it">info@cucinanatura.it</a><br />www.cucinanatura.it

Pane, pizze e focacce

Pane, pizze e focacce, Torino domenica 23 novembre 2008 orario: 10,00-17,00 In collaborazione con “La Sanagola”, scuola di cucina naturale P...

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Pane, pizze e focacce

<strong>Pane, pizze e focacce,</strong><br /><br /><em>Torino </em><br /><em>domenica 23 novembre 2008<br /> orario: 10,00-17,00<br /></em><br />In collaborazione con “La Sanagola”, scuola di cucina naturale<br /><br />Per secoli nella cucina mediterranea ed italiana il pane e gli altri prodotti da forno hanno avuto una importanza fondamentale nel nutrire e sostenere la salute.<br />Ancora oggi la cucina italiana è famosa in tutto il mondo anche grazie ai suoi prodotti da forno, in particolare la pizza e la focaccia. Negli ultimi decenni però questi prodotti hanno subito una notevole perdita qualitativa , sia negli ingredienti utilizzati sia nella loro preparazione e cottura, perdita che li ha resi sempre meno utili al mantenimento della salute, a causa dell’utilizzo sempre maggiore di grassi animali, farine raffinate e lieviti chimici..<br />Il corso di panificazione ha lo scopo di riproporre le vere tradizioni, imparando a usare farine integrali biologiche e processi di fermentazione naturale (a pasta acida) che permettano di godere di nuovo, in modo sano, dei prodotti da forno.<br />Verranno proposte ricette come lo strudel di verdure, il pane alle noci, la focaccia di farro, i crackers di sesamo ed altri ancora<br />Prodotte con farine integrali di grano, farro, kamut con lievitazione naturale con pasta "madre" o con lievito di birra.<br /><br /><em>Prima lezione<br /></em>focaccia al rosmarino, pizza, pasta briochata, chapati, muffins salati ed altro ancora.<br /><br />Presso : Istituto Itado, via Goito 12, Torino<br />Per info ed iscrizioni: 011/6698482<br /><br /><a href="mailto:info@cucinanatura.it">info@cucinanatura.it</a><br />www.cucinanatura.it

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Pane, pizze e focacce, Torino domenica 23 novembre 2008 orario: 10,00-17,00 In collaborazione con “La Sanagola”, scuola di cucina naturale ...

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